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La Federazione ai parlamentari trentini sulla riforma bancaria: ''Ok miglioramenti, ma processi industriali in atto da due anni''

Un incontro esplorativo tra i rinnovati vertici della Cooperazione e la politica trentina. Un appuntamento per approfondire i vari dossier sul tavolo, quali la legislazione fiscale europea, le norme che regolano gli appalti. il turismo e le produzioni agroalimentari

Pubblicato il - 23 luglio 2018 - 19:36

TRENTO. "Stiamo costruendo una visione e la relazione con la politica è fondamentale. Nel rispetto dei ruoli possiamo stabilire una partnership per guardare oltre il breve periodo. Il cambiamento di governance ha determinato una grande aspettativa e questo ci carica di maggiore responsabilità”, queste le parole della presidente Marina Mattarei nell'incontro con la delegazione parlamentare trentina. 

 

Tutti i politici in Cooperazione per una reciproca conoscenza dopo il rinnovo dei vertici dell'8 giugno scorso. Un incontro per approfondire i vari dossier sul tavolo, quali la legislazione fiscale europea, le norme che regolano gli appalti o le produzioni agroalimentari.

 

"Un segnale positivo il cambiamento in Federazione, come quello avvenuto a livello nazionale con la politica. Sono molto ottimista", commenta Riccardo Fraccaro, mentre Maurizio Fugatti ha aggiunto: "Auspico un dialogo costruttivo".

 

Oltre a ministro e sottosegretario, presenti anche Donatella Conzatti Elena Testor (Forza Italia), Andrea de Bertoldi (Fratelli d'Italia), Diego Binelli, Vanessa Cattoi, Stefania Segnana, Giulia Zanotelli (Lega) e Emanuela Rossini (Svp-Patt).  

 

Dalla parte della Cooperazione, insieme alla presidente hanno preso parte all’incontro i vicepresidenti Bruno Lutterotti (vicario, referente della filiera agroalimentare), Walter Facchinelli (consumo), Mariangela Franch (cooperative sociali), Marco Misconel (credito), Germano Preghenella (produzione e servizi) e il direttore generale Alessandro Ceschi.

 

I temi affrontati hanno riguardato in particolare la sostenibilità in agricoltura (la normativa in materia di quantità di rame che si può utilizzare e l’approccio alle nuove tecnologie pongono serie limitazioni alla diffusione di pratiche più rispettose dell’ambiente e della salute dei consumatori) e il rapporto tra agricoltura e turismo.

 

Ma anche la vivibilità nelle zone montane e svantaggiate (il riconoscimento di Sieg-servizi di interesse economico generale per molti negozi delle Famiglie Cooperative è un grande passo avanti in questa direzione) e ancora la difficoltà delle piccole imprese (anche cooperative) di partecipare agli appalti costruiti per grandi aziende e il ruolo delle cooperative sciali per garantire servizi di welfare in sostituzione dell’ente pubblico.

 

Focus particolare sulla proposta di direttiva comunitaria in materia fiscale che prevede di inserire come voci non deducibili gli utili devoluti a riserva indivisibile e i ristorni distribuiti ai soci.

 

Una norma che, se attuata, metterebbe in pericolo l’esistenza stessa delle cooperative. Finora emendamenti a questi articoli sono stati bocciati. Il dossier è ora al vaglio del Consiglio dell'Unione europea. Molte le risposte puntuali arrivate dai parlamentari, anche rispetto alle specifiche competenze all’interno delle varie Commissioni ed organismi di Camera e Senato.

 

Nell’incontro di oggi si è parlato naturalmente di riforma del credito cooperativo, tema di particolare attualità alla vigilia della possibile approvazione di una moratoria che differisce di qualche mese i termini per aderire alla capogruppo da parte delle banche cooperative.

 

Sul tema il consiglio della Federazione aveva approvato recentemente un documento in cui si chiedeva al governo di apporre modifiche alla riforma in modo da garantire alle Casse rurali e Bcc la funzione di banche di territorio, senza per questo rallentare il cammino di cambiamento in corso da ormai due anni.

 

"La capogruppo è per noi fonte di tranquillità - dice il vicepresidente Marco Misconel - e siamo orgogliosi che si stia radicando sul nostro territorio una capogruppo nazionale. Ma ben vengano le modifiche che possano garantire meglio la nostra funzione mutualistica, come ridefinire il limite per l’afflusso di capitale esterno nella capogruppo, dare maggiore autonomia alle banche in funzione della loro rischiosità e rendere proporzionali i controlli degli organismi di vigilanza, che non possono essere gli stessi per una Cassa rurale e per una grande banca. Se dovessero passare le normative europee, metterebbero in difficoltà la nostra capacità di erogare credito anche per conoscenza diretta”.

 

Tra i contrari alla riforma del credito cooperativo il ministro pentastellato. "Non condivido il tenore della riforma - spiega Fraccaro - ma questo è il quadro in cui ci troviamo. Se noi non apportiamo modifiche, questa comporta il controllo delle nostre banche cooperative alla Bce anziché alla Banca d’Italia. Mi batterò personalmente affinché questo non avvenga".

 

C'è però anche la condivisione nell’utilità di modificare alcuni punti della normativa per garantire la territorialità e l’autonomia delle banche di credito cooperativo trentine e italiane in generale.

 

"Il tema - evidenzia il pentastellato - sarà affrontato questa settimana in Consiglio dei ministri. Cercheremo di garantire maggiore autonomia alle Bcc e Rurali e quindi la possibilità di incidere sulla politica bancaria della capogruppo, che non potrà essere una operazione dall’alto".

 

Il segretario della commissione finanze del senato Andrea de Bertoldi ha parlato di “trasversalità” tra i componenti di vari partiti per apporre modifiche alla riforma del credito cooperativo. In particolare si è soffermato sulla possibilità delle capogruppo di ricorrere a capitali esterni fino al 49% del capitale sociale, che potrebbe essere ridotta al 40%.

 

"Il tema è delicato e non riguarda solo il futuro delle Casse rurali - conclude Mattarei - ma il futuro della cooperazione trentina. Siamo responsabilmente nella situazione di appoggiare questa riforma. Un piano condiviso dal mondo del credito e processi industriali in atto da due anni. Giusto ascoltare quelle istanze delle Casse rurali che stimolano a individuare i passaggi migliorativi nella direzione di tutelare distintività, territorialità e mutualità: caratteristiche del credito cooperativo. A noi preme che il governo si assuma la responsabilità di definire gli obiettivi prima della moratoria, che non deve compromettere il progetto già in fase avanzata".

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