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Carenza manodopera, i sindacati: ''Una sanatoria per tutti gli stranieri che già lavorano sul nostro territorio. Così si toglie forza allo sfruttamento e caporalato''
Il quadro anche provinciale è quello di un Trentino sempre meno attrattivo per gli immigrati e, di conseguenza, interi comparti sono in affanno per la carenza di manodopera. Ecco le proposte di Cgil, Cisl e Uil

TRENTO. La proposta de sindacati? Una sanatoria per tutti gli stranieri che già lavorano sul nostro territorio. Il problema? Quello ormai consolidato che il Trentino è sempre meno terra di immigrazione con interi comparti che vivono una fisiologica carenza di manodopera dopo anni di ''prima gli italiani'' e slogan di questo tipo castranti ed escludenti. “Il mercato del lavoro trentino, soprattutto in alcuni settori come l’agricoltura, l’edilizia e il turismo, ha un forte bisogno di manodopera straniera e i flussi assicurati oggi non sono sufficienti a soddisfare a pieno la domanda di lavoro – fanno notare Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che per i sindacati Cgil, Cisl e Uil si occupano delle politiche del lavoro -. Un bisogno che si acuirà ulteriormente anche nei prossimi anni complice l’invecchiamento della popolazione trentina e il calo demografico”.
Temi che il Dolomiti ha affrontato con attenzione negli scorsi mesi sia con un focus sul calo demografico mostrando che in Italia la popolazione tra 50-64 anni rappresenta il 23% del totale mentre i giovani tra 15-29 il 15% (dunque quelli che si avviano ad uscire dal mercato del lavoro sono molti di più di quelli che si accingono ad entrarvi QUI ARTICOLO) e poi con un focus sul caso trentino con la dirigente generale dell'Agenzia del lavoro della Pat, Stefania Terlizzi (Allarme mancanza lavoratori, la vera risposta è nella crisi demografica? In 10 anni in Trentino over 65 +20% e under 14 -5,5%). Cgil, Cisl e Uil spiegano che gli stranieri hanno bisogno del Trentino, ma è più il Trentino che ha bisogno degli stranieri.
''Leggendo gli ultimi dati contenuti nel Rapporto sull’immigrazione in provincia - spiegano i sindacati - sottolineano la necessità di ricominciare ad investire in politiche di accoglienza e integrazione. In questo quadro è necessario affrontare il tema stranieri con pragmatismo, investendo in formazione e assicurando percorsi di inclusione sociale e lavorativa a chi arriva sul nostro territorio per trovare un’occupazione e migliorare la propria condizione di vita. “Le scelte operate dalla Giunta in questi anni sono andate in direzione opposta, ma perseverare su questa strada danneggia la nostra comunità e le nostre aziende. Al contrario bisogna fare tutto il possibile non solo per integrare quanti arrivano in Trentino, ma anche pensare di trovare delle misure per far emergere l’immigrazione sommersa”.
L’idea del sindacato è che venga riproposta, anche in modo più strutturato e coraggioso, una sanatoria per tutti gli stranieri che già lavorano sul nostro territorio. “Favorire l’emersione del lavoro irregolare vorrebbe dire togliere forza allo sfruttamento e al caporalato, ormai triste realtà anche sul nostro territorio. Oggi chi non ha un permesso di soggiorno regolare trova occasioni di lavoro solo in contesti irregolari, alimentando in questo modo un circolo vizioso che nega diritti, calpesta la dignità umana e nuoce alle aziende sane. Auspichiamo che anche di questo tema la giunta provinciale si faccia promotrice presso il Governo nazionale”