Caro carburanti, i prezzi salgono ed il diesel è alle stelle, Tabarelli: "Ecco perché costa più della benzina"
Da una parte, spiega a il Dolomiti il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, si registra un calo dell'offerta, effetto della diminuzione delle esportazioni dalle raffinerie russe e della mancanza di strutture in Europa, dall'altra invece si registra un aumento della domanda con l'avvicinarsi della stagione fredda

TRENTO. Mentre con l’arrivo della stagione fredda i rincari in bolletta spaventano sempre di più, in vista della scadenza, prevista per il 31 ottobre, dello sconto fiscale del governo sul costo del carburante (pari a circa 30 centesimi al litro) i prezzi di benzina e diesel continuano a salire, raggiungendo rispettivamente, nell’ultima rilevazione del ministero della transizione ecologica del 10 ottobre, il prezzo medio di 1,659 euro al litro (+1,95% rispetto alla rilevazione precedente) e di 1,788 euro al litro (+2,91%).
A Trento, per esempio, questa mattina (16 ottobre) i prezzi in alcuni distributori si aggiravano intorno a quota 1,68 euro al litro per la verde e addirittura 1,86 al litro per il diesel: ma come mai il prezzo del gasolio è cresciuto a questi livelli? Per rispondere a questa domanda il Dolomiti ha contattato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, che spiega come in sostanza si tratti "da una parte della diminuzione dell'offerta e dall'altra di un aumento della domanda".
Il primo punto è legato alla guerra in Ucraina: "Uno dei primi aspetti - dice infatti Tabarelli - è legato all'embargo sul petrolio russo, che scatterà il prossimo 5 dicembre. Le importazioni più importanti in Europa per quanto riguarda il diesel arrivano infatti proprio dalla Russia e molte compagnie già ora non stanno acquistando il gasolio di Mosca. C'è quindi una carenza di prodotto di fronte ad una domanda piuttosto vivace".
A contribuire in questa dinamica, a livello europeo, è anche la mancanza di raffinerie: "Nel Vecchio continente queste strutture scarseggiano - continua Tabarelli - ed uno dei Paesi in cui ne sono state chiuse di più è proprio l'Italia. In Europa in sostanza manca capacità di raffinazione: il prezzo del gasolio negli ultimi mesi è salito e sceso, ma ora scarseggia il prodotto". E, di conseguenza, il prezzo aumenta, visto che le raffinerie presenti nel Vecchio continente sono maggiormente focalizzate sulla produzione di benzina.
Al contempo però, insieme ad un'offerta più bassa, come detto, si registra anche una domanda in crescita: "In questa fase - conclude infatti il presidente di Nomisma Energia - c'è una buona richiesta di gasolio anche per il riscaldamento. Molti ragionano su un suo possibile utilizzo in caso di problemi con le forniture di gas e sulle nostre montagne in Italia, qualcuno ha già fatto il 'pieno' in vista dell'arrivo dell'inverno. Si tratta poi di una dinamica che non si sta osservando solo in Italia, ma a livello europeo".