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Contratto sanità, i sindacati: ''Chiusura incomprensibile sulle progressioni economiche e trattativa in stallo: siamo pronti alla mobilitazione''
La trattativa si è interrotta: le organizzazioni sindacali si sono dichiarate indisponibili a firmare qualsiasi accordo che non preveda la decorrenza delle progressioni economiche a partire dal 1 gennaio scorso. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil sanità, Fenalt e Nursing Up: "Si penalizzerebbe una volta di più il personale della sanità trentina, a cui invece va riconosciuto in modo tangibile l’impegno e la dedizione con cui svolge il proprio lavoro sul territorio"

TRENTO. "Siamo pronti alla mobilitazione come a dicembre scorso". A riferirlo Luigi Diaspro per Fp Cgil, Giuseppe Pallanch per Cisl Fp, Giuseppe Varagone per Uil sanità, Paolo Panebianco per Fenalt e Cesare Hoffer per Nursing Up. "La trattativa per il rinnovo del contratto sanità è in stallo: nonostante siano già finanziate, Apran e Provincia differiscono le progressioni economiche che sarebbero dovute scattare dal 1 gennaio scorso".
Il tavolo tecnico ha affrontato la discussione sugli incentivi Covid, sulle indennità per le professioni sanitarie e socio-sanitarie, sull'aumento tabellare incrementato, ma le parti sociali evidenziano l'interruzione della trattativa per il contratto collettivo della sanità trentina. Tutte le sigle sindacali presenti, in maniera unitaria, contestano la "incomprensibile chiusura della Giunta provinciale e dell’Apran sul tema delle decorrenze per le progressioni economiche di tutto il personale: ricordiamo che le progressioni sono finanziate dal fondo sanitario, con risorse dei lavoratori".
La trattativa si è interrotta su questo punto e le organizzazioni sindacali si sono dichiarate indisponibili a firmare qualsiasi accordo che non preveda la decorrenza delle progressioni economiche a partire dal 1 gennaio 2022.
"Apran - dicono Diaspro, Pallanch, Varagone, Panebianco e Hoffer - ha presentato una proposta che risponde in parte alle nostre richieste riguardanti adeguamenti tabellari, fasce economiche per tutto il personale che ha maturato i diritti, indennità per infermieri, oss e pronto soccorso, estensione del premio Covid ad altre categorie di lavoratori oltre a quelle finora considerate, ma non ci siamo con le decorrenze. E’ una questione che penalizzerebbe una volta di più il personale della sanità trentina, a cui invece va riconosciuto in modo tangibile l’impegno e la dedizione con cui svolge il proprio lavoro sul territorio".
I sindacati hanno dunque chiesto un aggiornamento, sollecitando il presidente Fugatti per questo doveroso riconoscimento nei confronti di sanitari, amministrativi, tecnici, operai della sanità trentina: “Il presidente dovrebbe incontrare i sindacati e dare risposte adeguate all’impegno profuso senza risparmio in questa grave crisi del sistema. Se non ci saranno risposte adeguate, appare chiaro che la situazione potrà tornare a quella dell’anno scorso, con i lavoratori e le lavoratrici pronti a riprendere le mobilitazioni che si erano interrotte, in extremis proprio alla vigilia dello sciopero poi revocato, lo scorso 15 dicembre. Tutto questo alla vigilia di una riforma che potrebbe mettere ulteriormente crisi tutto il settore", concludono Diaspro, Pallanch, Varagone, Panebianco e Hoffer.