Montagne prese d'assalto, Messner dice ''no'' alle auto in quota. L'albergatore: ''Turisti si concentrano a Ferragosto perché in Italia tutti hanno ferie nello stesso periodo''
Il Comitato di salvaguardia dei passi dolomitici: "Quest’anno il mese di luglio è stato molto piovoso e nessuno ha parlato di montagne prese d'assalto, stesso discorso a Ferragosto del 2015: estate molto piovosa e passi deserti. Non sono le auto o le moto a creare affollatissime spiagge riminesi o sul lago di Garda ma è la giornata di sole. Basta contrapposizioni tra tipologie di turisti e il vero problema è nel fondovalle"

TRENTO. "Il sovraffollamento stagionale delle valli alpine non può essere affrontato con provvedimenti a effetto come la sbrigativa chiusure delle strade sui passi". A dirlo Osvaldo Finazzer, albergatore e presidente del Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici. "E' un processo che va governato e si deve lavorare sulle vere cause di degrado: si deve garantire la libertà di circolazione sui passi e tra le valli per consentire a tutti la possibilità di scoprire una natura e un ambiente unico".
Strade di montagna bloccate per ore e auto posteggiate ovunque: lungo i sentieri, nei prati, nei boschi. "La montagna è sotto assedio” è l'allarme che arriva da molte parti e sono rimasti davvero pochi i luoghi dove poter trascorrere qualche ora senza sentire il rombo delle macchine o senza il rischio di essere travolti.
"Non sono le auto o le moto a creare affollatissime spiagge riminesi o sul lago di Garda - dice Finazzer - ma è la giornata di sole: le montagne e la natura meravigliosa richiamano le persone quassù a trascorrere una sana giornata di escursioni con la possibilità di gustare i prodotti del territorio. Le nostre attività sono le più penalizzate perché esposte alle incertezze del meteo. Non abbiamo alternative sulle quali indirizzarci e sul passaggio investiamo col lavoro e con le risorse economiche: se piove non lavoriamo e colpiscono solamente i parcheggi pieni nelle giornate di bel tempo. Quest’anno il mese di luglio è stato molto piovoso e nessuno ha parlato di montagne prese d'assalto, stesso discorso a Ferragosto del 2015: estate molto piovosa e passi deserti".
Il traffico sui passi va gestito ma il Comitato, come accaduto già in passato, respinge l'ipotesi di chiusura o di limitazione dei veicoli. "Sorprende che in questo momento storico - prosegue Finazzer - orientato all’eliminazione delle barriere tra gli Stati, i passi alpini diventino desiderio di nuove restrizioni. L’attenzione all’ambiente e alla qualità dei servizi è certamente condivisa anche dagli imprenditori dei passi, non solo per dovere di protezione della natura ma anche perché tale scelta è certamente quella più oculata e lungimirante dal punto di vista imprenditoriale: si tratta di un obbligo morale".
Negli ultimi weekend sono diversi i passi di montagna completamente presi d'assalto dalle automobili. "I passi dolomitici - continua il numero uno del Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici - sono le zone di confine tra le valli e sviluppano una forte proposta turistica, autonoma e integrativa rispetto a quella dei fondovalle. I valici valorizzano le zone di fondovalle: che senso avrebbe offrire una vacanza in montagna se non è raggiungibile? Non posso condividere la chiusura della strada perché la realtà è ben diversa da quanto avviene e la situazione non è così esasperata. Questa estate il traffico non è stato particolarmente intenso e la presenza del turismo è sicuramente una nota positiva. Il problema del traffico e dell'inquinamento sui passi dolomitici è evidentemente esagerato per motivi ideologici: solo una sensazione, un'idea e una forza di persuasione".
Un traffico veicolare che quindi si concentra in poche settimane. "Il problema non è sui passi dolomitici ma ci sono diverse criticità da sistemare nel fondovalle: il traffico può effettivamente diventare caotico fino a quando non ci si decide a spostare la viabilità dai centri dei paesi quali Canazei o Pozza di Fassa per esempio: ci si impiega anche due ore per raggiungere Moena nella stagione estiva. I parcheggi dei passi si riempiono solo durante le due settimane di Ferragosto perché gli italiani si spostano in massa e non c'è la volontà di spalmare le vacanze come avviene nelle altre Nazioni per riuscire a sviluppare un turismo da giugno a settembre".
Il re degli Ottomila, Reinhold Messner, a Il Dolomiti ha spiegato che il traffico sulle Dolomiti "ormai non funziona più e così non si può andare avanti" e parla di "aggressività del turismo". La soluzione dell'alpinista è una sola: chiudere la maggior parte dei passi e auspica una sinergia tra Trento, Bolzano e Belluno (Qui articolo).
"Non posso condividere questa posizione - evidenzia l'albergatore - il turismo, soprattutto quello di transito, non si può programmare. Forse qualche problema si può verificare nell'ora di punta dei rientri ma per il resto il traffico è diluito. Inoltre basta una giornata di brutto tempo per non vedere nessuno: non ci sono macchine e i fatturati degli operatori crollano. Noi investiamo e siamo un presidio della montagna, però spesso gli altri parlano senza considerare le nostre posizioni e le nostre esigenze".
La soluzione, per il Comitato per la salvaguardia dei passi dolomitici, è quella di risolvere i nodi a valle. "Da alcuni anni sono state installate delle telecamere sulle strade dei passi dolomitici per rilevare la frequenza di transito dei turisti in salita e in discesa. Purtroppo, però, questi strumenti mancano lungo le strade delle valli dove veramente c’è necessita di fare un'indagine per poter poi raffrontare i dati: si deve eventualmente togliere il transito che attraversa i centri abitati perché la vita dei residenti in altissima stagione diventa complicata, ma anche l'automobilista va in difficoltà perché deve continuamente fermarsi e ripartire".
Fondamentale, ha spiegato Messner, diventa quindi la necessità di studiare una mobilità alternativa e si deve pensare a navette oppure alle funivie. "Il servizio pubblico è un diritto e un vantaggio per i turisti che alloggiano nelle valli e quelli itineranti. I turisti stanziali, quelli che poi non si spostano, sono quelli che dovrebbero lasciare la vettura ferma per fare un'escursione. Ma non ci si illuda, un sistema di bus non può essere una soluzione. Sarebbe in primis sbagliato obbligare i turisti a usare un pullman e l'auto resta più comoda per muoversi sui passi: una famiglia scende dal bus con la testa che gira come una trottola dopo tutti i tornanti. Ok gli impianti a fune ma non ci sono abbastanza infrastrutture e tante vette non sono raggiungibili in questo modo. E se si riduce la mobilità sulle strade tutti hanno ripercussioni da questa decisione, anche in valle".
Un turismo che in questi ultimi anni si è sviluppato in diverse direzioni: piedi, bici, moto, auto e corriera. "In termini di fatturato per le aziende l'ordine è auto, corriera, moto, bicicletta e pedone. Il 90% solo per l'auto e il pullman. Un domani la bicicletta e la mountain bike potranno dare un contributo maggiore, se ci sarà la pista ciclabile. Non è produttivo né per l’immagine né per l’economia turistica delle valli creare una contrapposizione tra il turismo ambientale, eco-compatibile (biciclette, escursionismo) e i turisti motorizzati che però sono l’assoluta maggioranza. A Pian de Schiavaneis l'ex assessore Mauro Gilmozzi aveva previsto l'allargamento della strada per permettere il transito agevole dei ciclisti e questa scelta funziona molto bene. Sono molti i punti dove si potrebbe allargare la carreggiata e migliorare la convivenza tra i vari fruitori: serve però uno studio di fattibilità e la volontà di risolvere i problemi, soprattutto è necessaria l'intenzione di investire", conclude Finazzer.