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Centri per il rimpatrio, in Alto Adige è scontro fra il Comune di Bolzano e Kompatscher. Fattor: "Usati come merce di scambio"

Per Bozen Solidale da sempre in prima linea per aiutare chi si trova ai margini della società Kompatscher “utilizza i temi cari proprio alla destra: sicurezza e degrado con la solita equiparazione con il fenomeno migratorio”. Un leitmotiv che ricorda molto quello che viene portato avanti da anni dalla Lega di Salvini

Pubblicato il - 24 settembre 2023 - 11:12

BOLZANO. “La rincorsa a portarsi a casa fino all'ultimo voto ci fa schifo, e tanto, ma è il sintomo del decadimento culturale del nostro tempo”. Queste le parole che arrivano da Bozen Solidale in merito alla rincorsa (politica) sui Centri per il rimpatrio.

 

Se in Trentino sono tema di scontro in questi giorni, in Alto Adige da ormai diverso tempo se ne sta parlando con il presidente Arno Kompatscher che nelle scorse settimane ha accelerato sul tema parlando di “Un Centro di permanenza per i rimpatri come misura nell'interesse di tutti coloro che rispettano le regole” (QUI L'ARTICOLO).

 

Per Bozen Solidale da sempre in prima linea per aiutare chi si trova ai margini della società Kompatscher “utilizza i temi cari proprio alla destra: sicurezza e degrado con la solita equiparazione con il fenomeno migratorio”. Un leitmotiv che ricorda molto quello che viene portato avanti da anni dalla Lega di Salvini.

 

Ad intervenire sul tema nelle scorse ore è stato anche l'assessore di Bolzano, Stefano Fattor che parla di Cpr in Alto Adige come “merce di scambio” di come come ancora una volta si sia scelto il capoluogo per realizzare questa struttura.

 

“Mi chiedono – spiega Fattor - perché il Pd è contro i Cpr. I fatti: Kompatscher incontra a Roma Meloni. Torna con 4 trofei: una legge per abbattere i lupi; una deroga alle distanze tra edifici; una sull’orario dei negozi; il Coni provinciale. Due giorni dopo si svela la merce di scambio: un sì al Cpr. Indovinate dove? Ovviamente a Bolzano (zona aeroporto), dove già sono concentrati 1000 tra richiedenti asilo, senza fissa dimora e clandestini (meno di 100 nel resto della provincia!)”.

 

Per Fattor “I Cpr sono campi di detenzione in cui parcheggiare per 18 mesi i clandestini che delinquono ma che se pagano 5000 mila euro escono subito. La legge dice che devono stare lontani dai centri abitati e a partire da Zaia non li vuole nessuno (Toti a parte). Per dirne l’inutilità; Piantedosi dice che grazie ai Cpr è avvenuto il 50% dei rimpatri del 2023. Sapete quanti sono? 2600 (su 100.000 sbarchi, il doppio del 2022). Senza accordi con gli stati d’origine i rimpatri non li fai e l’Italia ce li ha solo con Albania, Turchia, Egitto e Tunisia. FdI tace mentre il numero uno della Lega sindaco di Laives Bianchi si dice addirittura d’accordissimo. Cosa fa l’ambizione di andare in giunta…”

 

 

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