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Ecco Robin, il gioco da tavolo per incontrare le associazioni (e non solo) di Trento. I creatori: "Un'idea frutto di tanti incontri e scambi"
Non ci sono solo associazioni: tra le realtà trentine coinvolte in Robin anche il nostro giornale online, il Dolomiti. L'idea del gioco da tavolo è di Roberta Folgheraiter, proprietaria di “Don Chisciotte”, Mary Agostini, della cooperativa La Rete, ed Ernesto Anderle, il disegnatore conosciuto come “Roby il Pettirosso”. La particolarità di Robin è che ci si muove come in un giro dell’oca incontrando, nel percorso, le associazioni di Trento, che sono state mappate grazie all’aiuto del Cnca

TRENTO. Muoversi tra le associazioni di Trento non è mai stato così facile: oggi lo si può fare grazie a un gioco da tavolo. “Robin – Gioca con le associazioni di Trento” è nato dall’estro creativo di Roberta Folgheraiter, proprietaria del negozio di giocattoli “Don Chisciotte”, dalla passione per il sociale di Mary Agostini e dalla matita di Ernesto Anderle, in arte “Roby il Pettirosso”.
Robin è un gioco cooperativo e relazionale, un viaggio tra le associazioni e le persone di Trento. "E' nato volontariamente, nei nostri ritagli di tempo libero, per far emergere quanto di buono c'è nella nostra comunità - spiega Mary Agostini - e per far incontrare le persone faccia a faccia, attorno a un tavolo". La particolarità? Quando capita in una casella, il giocatore deve pescare una carta del colore dello spazio in cui si è posizionato. Sei le tonalità, dedicate ad altrettanti ambiti: salute, cultura, sport, ambiente, prodotti sociali e fragilità. Con “Robin”, infatti, ci si muove tra le associazioni di Trento, che sono state mappate grazie all’aiuto del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (Cnca). Ma non ci sono solamente associazioni: tra le realtà trentine entrate nel gioco c’è anche il nostro quotidiano online, il Dolomiti.
A ogni associazione sono dedicate sei carte, sulle quali è esposta una sfida diversa, da affrontare con creatività. Su ogni carta da gioco vengono indicati inoltre la mission e tre punti chiave dell’associazione. “Questo gioco è frutto di tanti incontri e scambi – spiegano i creatori - per questo lo immaginiamo come un gioco viaggiante, simbolo di una parte di comunità attiva sulla città di Trento, un invito a conoscere le cose belle che la tengono viva e anche, perché no… a mettersi in gioco”. L’obiettivo, per il futuro, è inserire nel gioco altre associazioni, e magari replicarlo in altri paesi del Trentino attivi nel mondo del volontariato e del sociale, per diffondere la conoscenza di queste realtà.
Le pedine sono state realizzate con il legno di Vaia dal falegname Matteo Giuliani di Iris Woodwork, mentre la stampa è stata curata da Publistampa di Pergine Valsugana. Una classe degli Artigianelli di Trento, invece, ha curato la grafica e il packaging sotto la guida degli insegnanti Martina Pedrotti e Marco Gadotti. Sono sempre loro ad aver scelto il nome del gioco, “Robin”, che richiama anche lo pseudonimo di Ernesto Anderle, “Roby il Pettirosso”, il quale ha disegnato il tabellone e i simboli del gioco. “Robin”, in inglese, significa appunto pettirosso. “Un richiamo non casuale, dal momento che il pettirosso, annunciando l’arrivo dell’inverno, simboleggia la vita che resiste alle difficoltà, portando con sé speranza e ottimismo – precisano Mary, Roberta e Ernesto Anderle nella presentazione del gioco -. Il nome, inoltre, ricorda anche il leggendario Robin Hood, emblema, nel nostro immaginario, di giustizia e uguaglianza”.