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In Congo le divise trentine del Calisio regalano un sorriso ai bambini dell'orfanotrofio di Kinshsasa
Erano rimaste bloccate in un garage per i problemi di collegamento con la repubblica democratica del Congo. Ora suor Agnese e suor Elisabetta sono riuscite a portarle ai giovani di Casa Marisa. Degasperi: "Anche le famiglie di Cognola c'hanno aiutati. Una grande gioia"

TRENTO. Prima gli sguardi di stupore e poi, una volta passati all'assegnazione delle divise, quelli di gioia e misto orgoglio. I bambini sono così: basta poco per farli felici e il piccolo-grande gesto dell'Asd Calisio si è trasformato in un grande-grandissimo momento di solidarietà. Ed è così che dai prossimi giorni i colori biancorossi della gloriosa squadra trentina (oggi in seconda categoria ma che ha sulle spalle oltre 63 anni di storia cominciati con l'Argentario per arrivare al 1993 con la nascita della Polisportiva Calisio) scenderanno in campo anche in Africa, a Kinshsasa, per la precisione, nella Repubblica Domenicana del Congo.
Si è finalmente concretizzata, infatti, l'iniziativa nata dalla spinta di Alessandro Degasperi, uno degli accompagnatori delle giovanili del team di Cognola, e di un ragazzo di Martignano, Tommaso Depaoli, di far arrivare divise e attrezzature sportive a Casa Marisa. Tommaso ha adottato una bambina del posto e fa parte della Tribù del Mondo, l'associazione che è nata proprio dal desiderio di quattro famiglie adottive (una è proprio quella di Tommaso, le altre si trovano a Siena, a Milano e a Brescia) di mantenere e coltivare un rapporto con il Paese che ha dato i natali ai loro figli: la Repubblica Democratica del Congo.
"Il nostro è stato un gesto molto semplice - spiega l'accompagnatore Degasperi - abbiamo riempito sei scatoloni con divise, tute, scarpini. Abbiamo chiesto aiuto anche ad alcune famiglie del paese che c'hanno dato le vecchie magliette del calcio dei loro bambini, quelle del Barcellona, della Juve, dell'Inter, che i loro figlio non riuscivano più a mettere. E abbiamo consegnato tutto a suor Agnese e suor Elisabetta. Poi il grosso della fatica l'hanno dovuta fare loro. Per un anno e mezzo, infatti, sono rimasti in un garage perché era diventato impossibile viaggiare con più bagagli a mano". Il perché lo spiega Tribù dal Mondo con una lettera di ringraziamento inviata al Calisio tramite Tommaso: "Spettabile Calisio Calcio - scrivono - Tribù del Mondo, suor Elisabetta e suor Agnese vi ringraziano di cuore per i completi da calcio e le tute sportive che avete voluto donarci. A causa del blocco delle adozioni e dei problemi politici nella repubblica Democratica del Congo i vostri indumenti sono rimasti qui in Italia fino a qualche mese fa quando suor Elisabetta e suor Agnese sono riuscite a tornare in Africa ed hanno portato con loro una parte dei vostri 6 pacchi. La prossima volta che scenderanno porteranno anche la restante parte in quanto il costo dei bagagli extra è divenuto molto oneroso anche per i missionari".
La situazione, infatti, in Congo è molto precaria. Dal 2001 regna incontrastato il presidente Joseph Kabila (soprannominato il Rais e salito al potere senza elezioni dopo l'assassinio di suo padre Joseph Desirè Kabila avvenuto durante la Seconda Guerra Panafricana terminata nel 2004) e nell'ultimo periodo si è riproposto per un terzo mandato. Ad opporsi, praticamente, a livello internazionale c'è solo il Vaticano che ha anche provveduto negli scorsi giorni ad annullare la vista del Papa prevista proprio a Kinshasa. Le difficoltà in quel Paese sono enormi, le leggi sono arbitrarie e la povertà è ovunque. Per questo strutture come l'orfanotrofio di Casa Marisa, dove si lavora per dare un'educazione di base ai bambini, per far arrivare loro l'acqua corrente, per dargli un letto e garantirgli un briciolo di sicurezza e di stabilità diventano dei luoghi cruciali.
E da qualche giorno i bambini potranno contare anche sulle divise e le attrezzature del Calisio. "Alla nostra riconoscenza - scrive ancora la Tribù dal Mondo alla società trentina - si accompagna quella degli angeli di Kinshasa che sono orgogliosi e felici di poter avere indumenti nuovi e poi (per i maschi) dei veri completi di una squadra di calcio. E' grazie alla sensibilità e alla generosità di persone come voi che negli ultimi quattro anni siamo riusciti a garantire ai bambini di Casa Marisa tutto ciò di cui hanno bisogno, perciò saremo lieti di collaborare ancora con voi".
"Un piccolo gesto - conclude il mister Degasperi - che però dà tanto anche a noi. Le foto dei ragazzi di Kinshsasa le faremo vedere ai nostri ragazzi e spiegheremo loro come non si debba mai dare per scontato quello che si ha. Per i bimbi di Casa Marisa è stato bellissimo ricevere le nostre vecchie divise. Forse così possiamo renderci tutti un po' più conto di quanto siamo fortunati e di quanto possiamo fare per chi ha bisogno".