Trentino Volley, il bilancio del patron. Mosna: "Un'andata entusiasmante. Umiltà, consapevolezza e passione ci portano in alto"
Volley. Il numero uno della Diatec stila un bilancio positivo di questa prima parte di stagione. Mosna: "All'inizio tanti errori, ma abbiamo trovato la strada per la vetta. Tanti osservati speciali nel settore giovanile, un nostro fiore all'occhiello"

TRENTO. Quando si pensa alla Trentino Volley, la memoria non può che andare a quell'incredibile filotto di vittorie fra Champions League e Mondiale per Club. Affermazioni internazionali che colpiscono ancor prima dei quattro Scudetti e delle tre Coppe Italia. Stagioni di successo che hanno portato Trento sulle cartine geografiche sportive, posizionando i gialloblù nell'olimpo delle squadre più forti di sempre. Una società pioniera nei programmi e probabilmente apri pista anche per il basket e il calcio, non tanto per i rispettivi progetti, quanto per la consapevolezza che la piazza ha voglia di sport.
La saga della Trentino Volley inizia allo scoccare del nuovo millennio. Anni 2000, il primo allenatore Bruno Bagnoli, l'esordio a Parma (sconfitta 3-0) e la prima vittoria per 3-2 nella giornata successiva in casa contro Padova. Sedici anni di continua crescita. Oggi la Diatec si presenta in fase di solida ricostruzione. Una stagione dove non è obbligata a vincere, ma che ha abituato il proprio pubblico a lottare sempre su ogni pallone per cercare il risultato pieno.
Al giro di boa facciamo il bilancio di questa prima parte di stagione con il presidentissimo del sodalizio di via Trener, Diego Mosna.
Presidente, partiamo dal secondo posto dopo il girone di andata, terzo posto al Mondiale, il record di abbonamenti e il fresco rinnovo di contratto per Angelo Lorenzetti e Simone Giannelli.
"Entusiasmante. L'inizio di stagione è stato davvero ottimo. Oltre al record di abbonamenti, registriamo un aumento anche del pubblico pagante. Il tifo è una marcia in più che stimola a fare bene. Siamo davvero soddisfatti, non solo per i risultati sul campo. Il secondo posto non vuole dire nulla, ma è già un segnale importante".
Questa è una fase di crescita. Dopo anni con il bollino da corazzata da battere, la Trentino Volley non parte con i favori del pronostico. Pancia e bacheca piena, come si ricomincia un ciclo armandosi di pazienza, ma cercando di vincere?
"Passione. E' un percorso difficile, dove la fortuna aiuta chi vuole e cerca di rischiare. I primi anni sono stati estremamente formativi, in quanto la voglia di arrivare in cima subito ci ha portato a commettere diversi errori. Siamo ripartiti da lì: umiltà e consapevolezza le parole d'ordine. Abbiamo capito che non avremmo bruciato le tappe e che ci sarebbero voluti anni per raggiungere la vetta. Abbiamo iniziato dallo staff, piano piano e lavorando tutti duramente abbiamo trovato la strada per accedere ai piani alti".
Angelo Lorenzetti si sta confermando fra i migliori tecnici del panorama nazionale, ora il rinnovo per continuare il progetto delineato in estate. Un altro tassello importante per confermarsi in cima.
"E' stata una grande intuizione del general manager Da Re. In estate mi ha suggerito la sua figura come ideale per la nostra società. Un corso diverso rispetto alle precedenti stagioni: Lorenzetti è un allenatore capace di ascoltare e dialogare, ma soprattutto un tecnico capace di dare fiducia ai giovani e lavorare tutti i giorni per migliorare".
I giovani sono un patrimonio della Trentino Volley. Fin da subito avete creduto nella filiera del settore giovanile, che ha raggiunto importanti risultati e 10 scudetti che mostrate in modo fiero sul portale ufficiale. Nelli, Lanza e soprattutto Giannelli arrivano dal lavoro in prospettiva. Quando vedremo altri giovani calcare il parquet del PalaTrento?
"E' un motivo d'orgoglio, il nostro fiore all'occhiello. Una società sana deve avere un settore giovanile all'altezza. Abbiamo fatto un grande investimento e questi risultati devono poi essere impiegati e l'allenatore attuale è la persona giusta per chiudere il cerchio della loro crescita. Ci sono diversi osservati speciali che nel giro di un paio di stagioni vedrete in Serie A, una Diatec sempre più 'trentina'. Questo percorso è per noi motivo di vanto e orgoglio, soprattutto se poi vengono selezionati anche in Nazionale".
E quale è la salute invece del volley italiano dopo anni di spending review?
"A mio avviso il campionato italiano rimane sempre quello migliore e più equilibrato. Abbiamo attraversato momenti economici dove si è investito meno e qualche campione si è perso, ma si sono costruiti e trovati altri giocatori importanti. Il gap rispetto agli altri tornei era però talmente elevato che il margine si è ridotto, ma un po' si è mantenuto. Lo sport spesso è lo specchio del paese e ora anche la pallavolo, dopo un ciclo, si riprende e migliora".