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Piante rare lungo la ferrovia del Brennero. L'esperto: "Ecco perché crescono solo qui"
Nelle nostre zone vivono solo nelle stazioni e sui binari: sono le piante che migrano lungo la ferrovia del Brennero. Bertolli: "È molto interessante, sono piante che altrimenti alle nostre latitudini non si riuscirebbero a trovare". A luglio parte la mostra al Museo Civico di Rovereto

ROVERETO. Viaggiano clandestinamente sui treni, attaccate ai vagoni, magari nascoste tra le merci o sotto le suole delle vostre scarpe. Si parla di piante. Una ricerca del Museo Civico di Rovereto in collaborazione con il Museo delle Scienze di Bolzano e l’Università di Innsbruck, ha infatti studiato la mobilità floristica sulla ferrovia del Brennero da Verona a Innsbruck. Il progetto nasce in occasione dell’Anno dei Musei dell’Euregio, che nel 2021 è stato dedicato a “Trasporti - Transito – Mobilità”.
“Nelle stazioni e sui binari abbiamo scoperto una gran varietà di piante che sulle Alpi esistono solo in ambiente ferroviario”, spiega Alessio Bertolli, biologo e vicedirettore del Museo Civico di Rovereto. “In alcuni casi sono piante rarissime, che hanno letteralmente viaggiato per centinaia o addirittura migliaia di chilometri da ambienti esotici o mediterranei per arrivare fino a noi attraverso la ferrovia, dove rimangono”.
“L’ambiente ferroviario – prosegue – è ovviamente molto ostile: arido, caldo e soggetto a frequenti diserbi. Eppure alcune specie vi riescono a sopravvivere. È molto interessante perché sono piante che altrimenti alle nostre latitudini non si riuscirebbero a trovare. Alcuni esempi sono l’Euphorbia Davidii, una pianta esotica che abbiamo trovato solo in una manciata di stazioni; la Centranthus Calcitrapae un’aggiunta dell’ultimo anno, cresciuta a Verona Porta Nuova e Domegliara; oppure il Tribulus terrestris, che coi suoi semi appuntiti si attacca ai vestiti o alle scarpe delle persone per poi diffondersi”.
“In generale i dati mostrano una “migrazione floristica” che sfrutta la ferrovia del Brennero come mezzo di trasporto. La maggior parte degli spostamenti avviene da sud verso nord a causa dei cambiamenti climatici che abbiamo visto negli ultimi anni”, conclude Bertolli.
Lo studio ha compreso la raccolta di dati su 56 stazioni diverse nella zona dell’Euregio per capire come la flora si sposti da un luogo ad un altro. I risultati verranno presentati in una mostra itinerante: “La flora in movimento lungo la tratta Verona-Innsbruck ieri, oggi e domani”. L’esposizione inizierà il 2 luglio al Museo Civico di Rovereto per spostarsi poi in autunno nel forte di Fortezza, in Alto Adige. Il 9 luglio invece verrà inaugurata una versione da esterni della stessa mostra ad Innsbruck, dove le misure di sicurezza per il Covid sono più severe che in Italia e non si possono organizzare esibizioni all’interno.