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Alta qualità e sostenibilità: con i vitigni resistenti abbattute le emissioni di CO2 del 37% rispetto a quelli classici

L'indagine, condotta nel 2022 nell'azienda "Albafiorita" delle aziende "Resistenti Nicola Biasi" in provincia di Udine, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione, dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l’importanza delle scelte imprenditoriali sul tema dell’impatto ambientale

Di Sara De Pascale - 31 gennaio 2023 - 16:37

COREDO. Difesa del territorio, valorizzazione del luogo e consapevolezza che, grazie all’innovazione, si possa creare una viticoltura sempre più sostenibile. Da questi presupposti nascono i vini delle aziende "Resistenti Nicola Biasi", che hanno recentemente dimostrato, grazie a uno studio scientifico condotto fra i vigneti di "Albafiorita" che la gestione dei vitigni resistenti produce il 37,98% di CO2 in meno rispetto a quella dei vitigni tradizionali.

 

Albafiorita a Latisana, Della Casa a Cormons, Ca’ da Roman a Romano d’Ezzelino, Colle Regina a Farra di Soligo, Poggio Pagnan a Mel, Nicola Biasi a Coredo, Villa di Modolo a Belluno e Vigneti Vinessa a San Zeno di Montagna sono le 8 aziende della rete che, guidate dall’enologo Nicola Biasi, stanno lasciando un’impronta indelebile nel mondo della viticoltura attraverso le loro attività.

 

La qualità dei vini prodotti dal marchio "Biasi" è testimoniata dai numerosi premi aggiudicati durante l’anno appena trascorso (primo tra tutti i 3 bicchieri del Gambero Rosso assegnati al Vin de la Neu 2020): dopo anni di esperienza con vitigni resistenti, le aziende del gruppo hanno voluto produrre anche una prova concreta della loro sostenibilità.

 

É nata così l'idea di uno studio comparativo sull’impronta di carbonio nella produzione di vini da varietà tradizionali e vini da varietà resistenti in collaborazione con "Climate Partners"conducendo al riscontro di un valore pari a -37,98% in termini di CO2 prodotta nella gestione di un vigneto con vitigni resistenti e uno con varietà classiche a parità di condizioni climatiche e territoriali.

 

L'indagine, condotta nel 2022 nella realtà "Albafiorita" in provincia di Udine, ha tenuto in considerazione tutti gli aspetti globali della produzione, dal vigneto alla commercializzazione, mettendo in luce l’importanza delle scelte imprenditoriali sul tema dell’impatto ambientale. I dati rilevati partono dal cosiddetto 'packaging' alla chiusura, passando per la tipologia di bottiglia utilizzata, fino ad arrivare a ciò che pare davvero fare la differenza: l’utilizzo di vitigni resistenti, che permette di avere alta qualità, alta sostenibilità e minori emissioni di CO2.

 

Nuove varietà, quelle di vitigni denominati 'resistenti' proprio perché in grado di resistere alle principali malattie della vite come peronospora, oidio e botrite, permettendo una riduzione dei trattamenti, un minor utilizzo di antiparassitari, un minor consumo d’acqua con un conseguente impatto ambientale non paragonabile alla viticoltura attuale.

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