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Crisi idrica, in Lombardia manca già oggi il 44% di acqua nelle riserve. Quella del Garda è sotto del 54,5%. La Regione: ''Necessario trattenere tutta la risorsa possibile''

I dati raccolti da Arpa Lombardia aggiornati al 2 febbraio sono impietosi, a livello regionale manca il 44% dell’acqua che normalmente è disponibile in questo periodo (neve più invasi idroelettrici più laghi regolati). Le riserve idriche in Lombardia sono ancora ai minimi storici. L'assessore Massimo Sertori: ''Adottare da subito ogni misura finalizzata all’accumulo di risorsa e alla massima riduzione delle erogazioni. Se manca l’acqua in Lombardia mancherà in tutto il distretto padano''

Di L.P. - 03 febbraio 2023 - 19:03

MILANO. La situazione di quest'anno è uguale o peggiore rispetto a quella dello scorso anno con però ''soglie'' di partenza ancor più critiche che devono mettere in allarme popolazione e comparto agricolo per i mesi a venire. I dati aggiornati pubblicati nelle scorse ore dall'Arpa sono allarmanti e mostrano come nell'anno appena trascorso la regione abbia potuto contare solo su poco più della metà dell'acqua rispetto alla media dei precedenti 15 anni. 

 

I dati raccolti da Arpa Lombardia aggiornati al 2 febbraio sono impietosi, a livello regionale manca il 44% dell’acqua che normalmente è disponibile in questo periodo (neve più invasi idroelettrici più laghi regolati). Le riserve idriche in Lombardia sono ancora ai minimi storici. Per questo l'assessore della Regione Lombardia agli Enti locali, Montagna, Piccoli Comuni e Risorse energetiche, Massimo Sertori non si può più aspettare: se manca l’acqua in Lombardia mancherà in tutto il distretto padano.

 

“È necessario infatti – spiega l’assessore – che tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nella gestione dell’acqua si coordinino. Questo allo scopo di trattenere tutta l’acqua possibile in vista della prossima stagione irrigua. Ho chiesto ai gestori degli invasi idroelettrici operanti in Lombardia (A2A, Enel ed Edison) e agli Enti Regolatori dei laghi (Maggiore, Como, Iseo, Idro e Garda) di intervenire. E di adottare da subito ogni misura finalizzata all’accumulo di risorsa e alla massima riduzione delle erogazioni. Naturalmente fatte salve le necessità ambientali e di funzionamento delle centrali termoelettriche situate lungo i fiumi emissari”.

 

E tutti i bacini idrici sono già in sofferenza. La situazione del Garda la fotografava qualche giorno fa Filippo Gavazzoni, assessore del Comune di Peschiera del Garda e vice presidente della Comunità del Garda, spiegando a il Dolomiti che nel 2022 sono stati stabiliti due nuovi primati: "L'anno più caldo e il più siccitoso mai registrato dal 1800 - riporta Gavazzoni -. Nel 2022 è piovuto il 30% in meno delle quote normali, nel nord Italia il deficit idrico è stato del 40%. In soli 8 anni quindi si sono avvicendate le 3 temperature medie più alte mai registrate". La tendenza sembra quindi essere sempre più chiara. "Risulta evidente come sia necessario un cambio di passo nella gestione idrica. Se nei prossimi mesi, almeno entro metà aprile (stagione pre-irrigua), il lago non riuscirà ad assestarsi almeno a + 90/100 centimetri sopra lo zero, potremo essere costretti a fare i conti con ulteriori difficoltà ed arrivare a dover scegliere in estate se puntare sull'agricoltura o sull'acqua potabile per i servizi ai cittadini".

 

Questo il quadro aggiornato sul Garda fatto dall'Arpa Lombardia


 

 

 


 

E poi c'è il Lago d'Idro con la ''guerra dell'acqua tra Trentino e Lombardia'' che potrebbe acuirsi visto lo scarseggiare della risorsa. La partita, quindi, va affrontata unitariamente e dalla Regione Lombardia viene rimarcato come in questo frangente sia necessaria la collaborazione delle autorità nazionali che gestiscono il sistema elettrico (TERNA, GSE e ARERA). Ciò affinché non vi siano ostacoli normativi o regolatori per attuare questa misura di invaso coordinato. “Confido sul senso di responsabilità di tutti i soggetti pubblici e privati; in questo momento i soli interessi economici dei produttori elettrici devono stare in secondo piano. Bisogna salvare la prossima stagione irrigua”, conclude l’assessore Sertori.

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