Dopo la misteriosa morte di F36 il piccolo sopravvive. La Pat: ''Ha circa 8 mesi e si tiene lontano dall'uomo. Un primo segnale positivo''
Pochi giorni fa la mamma del piccolo, che era stata messa nel mirino da Fugatti dopo due falsi attacchi fortuiti e avvenuti in contesti non antropici, è stata trovata senza vita. Il cucciolo come sta? Ecco il punto della Pat

TRENTO. Il piccolo di F36 sta bene, ha circa 8 mesi ed al momento si tiene ben distante dall'uomo. Sono queste le prime risultanze del monitoraggio della Provincia di Trento sul cucciolo dell'orsa che è stata trovata morta pochi giorni fa e sulla quale pendeva prima un mandato di abbattimento e poi di cattura (come al solito i tribunali avevano dovuto far fare un passo indietro alle azioni emotive e ingiustificate del presidente Fugatti).
Una morte misteriosa della quale ancora si conosce poco o niente per un'orsa che era sana, giovane e che in passato tolti due ''incidenti'' (due incontri improvvisi con delle persone in contesti assolutamente naturali e lontani da aree antropiche) non aveva mai dato fastidio a nessuno e si teneva ben lontana dai centri abitati.
Non stupisce, quindi, che il piccolo rimasto senza mamma si tenga ben lontano dall'uomo visto che la stessa madre faceva altrettanto. ''Il piccolo dell'orsa F36 - spiega la Provincia - ha ora circa 8 mesi di età; in base alla bibliografia scientifica relativa ai tassi di sopravvivenza dei piccoli di orso orfani di madre essi hanno, quando hanno superato i 6 mesi di età, sostanzialmente le stesse probabilità di sopravvivenza dei piccoli accompagnati. La Pat ha curato già nel 2014 con il supporto di Ispra apposite Linee guida per favorire la sopravvivenza dei cuccioli privi di madre, che verranno seguite anche in questo caso. Esse sono state considerate anche per il recente caso dei piccoli dell'orsa Amarena in Abruzzo. I piccoli - conclude la Pat - vanno lasciati in pace nel loro ambiente, non vanno avvicinati, non va mai offerto loro alcun cibo ed eventuali osservazioni vanno comunicate tempestivamente al Corpo Forestale Trentino. La cosa più importante è che tali esemplari conservino la loro selvaticità e rimangano lontani dall'uomo; da questo punto di vista il piccolo di F36 non si è finora fatto vedere e ciò costituisce un primo segnale positivo''.