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Incendia il portone della casa dove risiedono i profughi, arrestato. Il sindaco: "Non c'entra la questione razziale"
In tutto il comune di Madruzzo ci sono tre ragazzi che fanno parte del progetto del Cinformi e sono tutti senegalesi. Il giovane autore di questo gesto è figlio, a sua volta, di papà senegalese ed era amico dei due ragazzi portati al Santa Chiara. Si tratterebbe di una lite

MADRUZZO. "Non c'è nessuna questione razziale o di intolleranza. Si è trattato di una lite tra inquilini della stessa casa". Sgombra subito il campo da ogni tipo di accusa il sindaco di Madruzzo, Michele Bortoli, rispetto a quanto accaduto questa notte nel cento abitato di Lasino. Un ragazzo di 26 anni, S. F., infatti, ha dato fuoco alla porta d'accesso di un'abitazione che ospita dei ragazzi senegalesi che fanno parte dei progetti di accoglienza del Cinformi. Subito si è pensato all'attentato a sfondo razzista, al gesto di un folle mosso da sentimenti di intolleranza o fanatismo invece si tratterebbe di una lite tra vicini.

Il giovane, trentino a tutti gli effetti, infatti, è figlio di una donna di Lasino e di un uomo originario, a sua volta, del Senegal e frequentava i tre giovani che abitano al piano superiore al suo e delle sua famiglia. "Tutto è sempre filato liscissimo - spiega il sindaco Bortoli - con i tre ragazzi seguiti dal Cinformi nessuno ha mai avuto nessun tipo di problema. Seguono i percorsi di integrazione, la mattina vanno a seguire i corsi di italiano e conoscono bene anche il giovane che questa notte ha fatto questo gesto. Spesso i tre ragazzi pranzano e cenano con la sua famiglia. Si è trattata di una lite tra conoscenti, tra inquilini dello stesso palazzo. La questione etnica non c'entra nulla".
L'allarme è scattato intorno all'1.30 quando è pervenuta la segnalazione alla centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Trento di un’abitazione in fiamme a Lasino, in Valle dei Laghi. Sul posto sono arrivati anche i vigili del fuoco e spente spente le fiamme che avvolgevano la porta d’accesso all’abitazione, i carabinieri sono entrati riuscendo a far uscire le due persone presenti all’interno. Una volta tratte in salvo le vittime e consegnate alle cure del personale sanitario dell’ospedale Santa Chiara di Trento, per accertamenti dovuti a eventuali intossicazioni da fumo, i carabinieri hanno subito appurato l’origine dolosa dell’evento.
Il responsabile è stato riconosciuto nel 26enne che abita al primo piano che è stato tratto in arresto e condotto in carcere a Trento e ora dovrà rispondere davanti all'autorità giudiziaria di quanto accaduto.