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Un'enorme frana sulla vecchia ciclabile della Valsugana. Ferazzoli: "Valutiamo la connessione tra il pezzo Trentino e quello Veneto''
Lo scorso weekend oltre 40.000 metri cubi di materiale roccioso sono crollati sulla ciclabile che passava sulla sponda destra del Brenta all'altezza di Primolano. Il sindaco di Cismon del Grappa: "Abbiamo già un finanziamento di 3,5 milioni si euro. Sicuramente quel tratto non sarà più utilizzabile"

BORGO VALSUGANA. Un tempo la ciclopista della Valsugana passava per di là. "Si trattava solo di capire se la sede originaria fosse ripristinabile. Ora è chiaro a tutti che, invece, in questo tratto l'uso della sinistra Brenta è inevitabile". A parlare, anzi a scrivere su Facebook, è il sindaco di Cismon del Grappa Luca Ferazzoli. E' lui a spiegare che la grande frana avvenuta lo scorso weekend in prossimità dell'abitato di Primolano, poco dopo il confine trentino, mette una pietra (in realtà la bellezza di 40.000 metri cubi di Dolomia Principale, come certifica la Protezione civile della Provincia di Trento, che spiega anche che si sono distaccati massi fino a 1.000 metri cubi alcuni con diametro di 8-10 metri) tombale sulla possibilità che la ciclabile in quel tratto continui a costeggiare il Brenta come in altri suggestivi passaggi della ciclopista della Valsugana, passando alla sua destra.
Se ne discuteva da tempo e anche molti trentini amanti della bicicletta si interrogavano sul perché si abbandonasse la vecchia ciclabile in zona Primolano (proprio in un tratto molto suggestivo, una sorta di canyon immerso nella natura) dirigendosi, invece, verso il paese. Ebbene, "quel tratto di ciclopista è chiuso dal Comune di Enego sin da allora", continua il sindaco su Facebook, e quell'allora si riferisce al 2012 e a un'altra frana, molto più contenuta se paragonata a quella di pochi giorni fa, caduta tra Piovega di Sopra e Pianello. Altre poi ce ne sono state, a dimostrazione del fatto che in quell'area la montagna non è sicura.
Per gli amanti della bici, quindi, al momento non resta che seguire le indicazioni senza ''tentare'' di superare le barriere (come è avvenuto anche in passato con tanto di intervento delle forze dell'ordine che hanno multato dei ciclisti che provavano a continuare su quel tratto chiuso) perché, oggi, non ce n'è più per nessuno: questa è la barriera naturale che si parerebbe loro davanti.
"Comunico - spiega ancora il sindaco di Cismon del Grappa - anche che abbiamo già un finanziamento di 3,5 milioni di euro e che entro la metà di settembre presenteremo il progetto di fattibilità tecnico economica. La frana è a sud della derivazione del Pianello. Quindi tra il Pianello ed il ponte di Enego. La strada non c'è più quindi ora non passa più nessuno. Si tratterà di valutare la connessione tra il pezzo Trentino e quello Veneto. Noi abbiamo tre soluzioni. Le due strade di servizio parallele alla ss47 o la strada lungo il fiume. Bisognerà capire come fare a nord. O si crea un passaggio subito dopo il ponte dei Martincelli a lato della ferrovia vanificando una parte di ciclo trentina oppure bisogna creare un collegamento tra le due sponde più a sud. Questi saranno i temi da affrontare durante la progettazione".