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Muore sotto gli occhi del marito, si erano lanciati insieme dalla parete, ma la 30enne ha sbagliato manovra e si è schiantata contro la roccia e precipita per 200 metri
La coppia era giunta sul versante trentino del lago di Garda per effettuare alcuni lanci dalle pareti rocciose. Si sono gettati, ma qualcosa non ha funzionato. Il paracadute dell'uomo si è regolarmente aperto, mentre quello della 30enne avrebbe avuto dei problemi, si sarebbe aperto, ma avrebbe compiuto una manovra sbagliata

DRO. E' Josefin Sando, la 30enne svedese, morta nell'incidente a Dro nel giorno di Ferragosto. Impiegata all'Accademia delle scienze ingegneristiche, si era lanciata insieme al marito all'alba dal Becco dell'Aquila sul monte Brento, ma qualcosa è andato storto e la donna ha così perso la vita davanti agli occhi dell'uomo.
La coppia era giunta sul versante trentino del lago di Garda per effettuare alcuni lanci dalle pareti rocciose. Si sono gettati, ma qualcosa non ha funzionato. Il paracadute dell'uomo si è regolarmente aperto, mentre quello della 30enne avrebbe avuto dei problemi, si sarebbe aperto, ma avrebbe compiuto una manovra sbagliata.
A quel punto Sando è andata a sbattere molto violentemente contro la roccia per cadere per circa 200 metri in fondo alla parete. A lanciare l'allarme alle 7.20 il marito stesso e alcuni testimoni che anno assistito all'incidente.
Sul posto si sono portati tempestivamente il soccorso alpino e i vigili del fuoco di Dro, ma anche i carabinieri.
I soccorritori sono riusciti a raggiungere la ragazza nel luogo della caduta, verricellati dall'elicottero, ma purtroppo non c'è stato nulla da fare, morta sul colpo.
Il corpo della donna è stato portato nella camera mortuaria di Dro. Per supportare il compagno della ragazza sono stati chiamati, invece, gli Psicologi per i Popoli.
Sono oltre le vittime negli ultimi venti anni in località Becco dell'Aquila, l'ultimo decesso è stato registrato in aprile, in quel caso aveva perso la vita un 47enne norvegese.