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Si è spenta Jole Beretta, ultima testimone della deportazione del padre nel campo di concentramento Gusen
Il ricordo dell’Anpi: “Questi giorni tristi ci stanno privando dei nostri affetti, spesso in solitudine, senza neanche la possibilità di un ultimo saluto, ma non devono toglierci il nostro passato, la nostra memoria, Jole Beretta sarai sempre con noi”

BOLZANO. “I giovani non sanno cosa è accaduto, bisogna recuperare la memoria e continuare a raccontare, perché noi stiamo invecchiando”, così usava spesso ricordare Jole Beretta durante le celebrazioni del 25 aprile.
Lei, sempre in prima fila nelle celebrazioni e puntuale presenza per ogni anniversario, dolce e paziente testimone sempre accompagnata dal fazzoletto simbolo della deportazione e della morte di suo padre nel campo di sterminio di Gusen. In questi giorni Jole si è spenta. Per onorarla l’Anpi dell’Alto Adige cita la storica Ilaria Romeo che proprio in questi giorni a sua volta ha ricordato un antico proverbio: “Quando muore un anziano è come se bruciasse una biblioteca”. Ed è vero, conferma l’Anpi “non si tratta di vuota retorica”.
La donna, come già detto, fu testimone dell’assassinio del padre insieme agli altri componenti del Comitato di Liberazione di Bolzano. “Furono traditi da una delazione – spiega la sezione dei partigiani – Manlio Longon fu torturato e ucciso, gli altri torturati anch'essi prima di essere deportati, ma riuscirono a non parlare. E le loro compagne e i loro compagni seppero asciugarsi le lacrime e riuscirono a continuare, a sostenere le vittime della deportazione nel Lager di Bolzano, in alcuni casi a farle fuggire, a mantenere collegamenti regolari con i vertici del Clnai a Milano”.
La testimonianza di Jole costringeva tutte e tutti a fare i conti fino in fondo con quella storia di Resistenza e di libertà: “Questi giorni tristi – proseguono i partigiani – ci stanno privando dei nostri affetti, spesso in solitudine, senza neanche la possibilità di un ultimo saluto, ma non devono toglierci il nostro passato, la nostra memoria. In un momento come questo in cui il presente e il futuro ci fanno così tanta paura, la storia e la memoria collettive e le storie e le memorie individuali delle donne e degli uomini sono tutte preziose”.
I partigiani dell'Anpi vogliono comunque dedicare un pensiero anche al futuro: “Ne abbiamo estremo bisogno, per non smarrirci. Ma ne abbiamo estremo bisogno per resistere oggi e rinascere domani nel segno di quei valori universali di solidarietà sanciti nella Costituzione le cui radici sono nella Resistenza e che Jole Beretta testimoniava nel nome di suo padre. Sono stati, sono e saranno sempre fondamentali. Sarai sempre con noi, Jole – conclude l’Anpi – a cominciare da questo 75° della Liberazione che ricorderemo nelle nostre case e dai nostri balconi, ma che, non per questo sarà meno significativo. Ciao, Jole, Bella Ciao”.