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Terremoti in Croazia e Italia, cosa sta succedendo? Il presidente dell'Ingv Doglioni: "A Petrinja mille volte l'energia delle scosse nel veronese"

Il professor Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia, spiega a il Dolomiti i fenomeni sismici avvenuti durante la giornata di oggi: "Il terremoto in Croazia potrebbe aver fatto da grilletto per quello nel veronese, ma è solo un'ipotesi"

Di Mattia Sartori - 29 dicembre 2020 - 18:32

TRENTO. 12:19, Petrinja, Croazia. Per la seconda volta in due giorni il terreno trema sotto i piedi degli abitanti della cittadina croata. La scossa è molto forte, di magnitudo 6.5: crea danni ingenti agli edifici e miete anche una vittima, una ragazzina di dodici anni (Qui articolo). 15:36, Verona, Italia. Anche qui si avvertono scosse abbastanza forti (magnitudo 4.4), ma per fortuna non tanto quanto quelle in Croazia. I danni sono marginali e non ci sono vittime (Qui articolo).

 

Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia ha spiegato a ilDolomiti.it cos’è successo nelle profondità della Terra in queste ore. “Un terremoto – spiega il professor Doglioni – è il risultato del rilascio di energia accumulata all’interno delle rocce in profondità. Nel sottosuolo le diverse faglie accumulano energia e quando la quantità accumulata supera quella immagazzinabile scatta il terremoto”.

 

“Il sisma rilevato in Croazia è stato molto più potente di quello avvenuto in Italia – continua il professore -. Si parla di una quantità di energia pari a mille volte quella coinvolta nelle scosse del veronese, infatti un aumento di 0,2 gradi sulla scala Richter equivale a raddoppiare l'energia coinvolta e in questo caso si parla di una differenza di oltre 2 gradi. In particolare è stato causato dal movimento di una faglia trascorrente che ha compiuto un movimento “destro”, spostando la propria parte orientale verso sud-est. Si parla di movimenti tra i due e i tre metri in profondità, ovvero di misure impressionanti nello studio del movimento delle placche”.

 

Già nella giornata di ieri erano state registrate scosse di magnitudo superiore a 5 in Croazia, delle “scosse di avvertimento”. “Spesso succede che i terremoti più grandi siano preceduti da delle scosse minori – racconta Doglioni -, ma non esiste modo per capire quando questo avviene. La scienza ancora non riesce a predire i terremoti purtroppo”.

 

In molti si chiedono se ci sia un collegamento tra i due fenomeni sismici, data la relativa vicinanza sia fisica che temporale dei due eventi. Doglioni ci tiene a smentire queste voci: “Per il momento non c’è nessuna prova che il terremoto in Croazia abbia provocato quello vicino a Verona. Dato che entrambi fanno parte del sistema geodinamico del Mediterraneo di sicuro è un’ipotesi che le scosse sismiche vicino a Zagabria abbiano fatto da grilletto ad un sistema già pronto a scattare che poi ha causato il terremoto in Italia, ma è solo un’ipotesi. I geologi sono al lavoro per confermarla o smentirla”.

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