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Catturato uno degli ultimi latitanti della “banda degli abbracci”: raggiravano gli anziani rubando orologi e gioielli
È stato arrestato anche uno degli ultimi componenti della “banda degli abbracci”. Secondo l’accusa il 45enne era fra i soggetti più attivi e si sarebbe occupato di accompagnare le donne che, a loro volta, con un banale stratagemma avvicinavano le vittime depredandole dei loro beni

VERONA. Il blitz dei carabinieri era scattato alle prime ore dell’alba dello scorso 25 giugno, a finire in manette erano state 23 persone, fra i 20 e 45 anni di etnica rom. I soggetti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati mediante la tecnica dell’abbraccio.
In sostanza le donne della banda venivano accompagnate in parcheggi o pubbliche vie dove cercare possibili vittime, in particolare vicino cimiteri, uffici postali, aree residenziali e chiese. Avvistata la vittima, la donna, scendeva dal veicolo guidato dal complice e simulando una pregressa conoscenza, abbracciava la persona anziana sfilandogli i monili in oro oppure l’orologio di pregio che portava al polso. Dopo aver commesso il reato, risaliva sull’autovettura dove modificava l’abbigliamento e la pettinatura per eludere un eventuale controllo e riconoscimento.
A giugno la banda, che poteva contare su una struttura logistica formata da 12 abitazioni e 55 autovetture, è stata sgominata in un’operazione che ha coinvolto varie stazioni dei carabinieri fra cui Cantù, Bologna, Rho, Milano, Seregno, Roma e Verona come "capofila". Alcuni malviventi però erano riusciti a sfuggire ai militari diventando di fatto latitanti. È il caso di un 45enne di origini romene che, sentendosi messo alle strette, ha deciso di costituirsi lo scorso martedì nella caserma di Legnago.
L’uomo è stato tradotto in carcere dove si trova tuttora in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Secondo l’accusa, il 45enne era fra i soggetti più attivi e si sarebbe occupato di accompagnare le donne che, a loro volta, con un banale stratagemma avvicinavano le vittime depredandole dei loro beni più cari.