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Coronavirus, l'Alto Adige ancora una volta va per la sua strada. Kompatscher: “Se superiamo una certa soglia chiudiamo. Le mezze misure non servono”
Nuova ordinanza in vista in Alto Adige, che conferma la volontà di proseguire per la sua strada esercitando l'autonomia speciale. Fissata una soglia che se superata farà scattare automaticamente restrizioni da "zona rossa". Il presidente Kompatscher: "Le mezze misure non servono. O si apre o si chiude"

BOLZANO. Nuova ordinanza in vista in provincia di Bolzano. Ad annunciarlo è il presidente Arno Kompastcher, intervenuto a margine della riunione di giunta per presentare le novità di questa settimana. Al centro della discussione, il tema del Covid e delle restrizioni – l'Alto Adige si trova al momento in “zona gialla” e si ventilava potesse entrare in “zona rossa” a fronte dell'alto indice Rt.
“In tutta Europa hanno adottato nuove restrizioni o le hanno prorogate – ha esordito il Landeshauptmann – diversi fattori incidono infatti sul contagio. Tra questi l'inverno, che sapevamo essere un periodo critico, ma poi anche altri come le mutazioni del virus e così via. Attualmente il dibattito in Italia è attorno alla conferma del sistema attuale delle fasce e delle misure collegate, ma con soglie più basse. Anche noi in giunta abbiamo avuto la stessa discussione sugli indicatori”.
“I dati e i nostri esperti ci dicono che la situazione dopo le festività è lievemente peggiorata – ha proseguito – l'aumento previsto si è verificato, ma nel caso degli ospedali è stato piuttosto mite. Abbiamo adottato misure da zona gialla e per ora confermiamo questo indirizzo, consci del fatto che ci sarà un peggioramento. Per questo abbiamo, per programmare, abbiamo deciso delle soglie che se superate porteranno all'applicazione di misure più restrittive”.
Tale decisione verrà formalizzata con una nuova ordinanza. “Non possiamo indicare una data ma un criterio. L'ordinanza entrerà in vigore da sabato e fissa delle soglie in cui scattano limitazioni da zona rossa. Non ha senso fare mezze misure ma andare giù più drastici per 3 settimane, abbassando così i dati. Questo è l'indirizzo. Non è scelta discrezionale della politica di aprire e chiudere. Il tema è che ogni governo cerca e deve salvaguardare la sanità e contestualmente limitare i danni sull'economia. Il criterio deve essere quindi oggettivo”.
Il concetto è stato ribadito anche dall'assessore alla Salute Thomas Widmann, che ha specificato: “Quello che conta non sono tanto i dati sui contagi assoluti, visto che più si testa più si trova, ma la pressione sugli ospedali. Le mezze misure non servono e quindi abbiamo deciso che se si raggiunge la soglia chiudiamo”.