Nuovo ospedale di Trento, il Consiglio di Stato ribalta tutto: accolto il ricorso di Guerrato e vince l'appalto
L'intervento del Consiglio di Stato potrebbe così chiudere l'intera vicenda e adesso la Guerrato potrebbe passare alla fase progettuale e poi quella esecutiva per realizzare il nuovo ospedale di Trento. Una querelle che si trascina dal 2012 con vari colpi di scena
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TRENTO. Altro ribaltone per il più grande appalto del Trentino, il Not, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della Guerrato Spa (Qui articolo). Adesso l'impresa di Rovigo dovrebbe avere le carte in regola per poter realizzare il nuovo ospedale del capoluogo tramite il progetto in finanza.
Sono due le aziende che avevano presentato le offerte per la costruzione del Not. La ditta che si è aggiudicata l'appalto, Guerrato, prevede di costruire l'ospedale in 812 giorni a fronte dei 1.320 fissati nella gara e 1,6 miliardi contro 1,802 miliardi. La realtà concorrente, Pizzarotti aveva offerto invece 902 giorni di lavori e 1,7 miliardi.
A fine dell'anno scorso la società di Parma aveva presentato ricorso per contestare l'aggiudicazione alla Guerrato (Qui articolo). Ora il nuovo ribaltone. Dopo le sentenze, l'azienda che si aggiudica la gara, può entrare nel vivo della costruzione del nuovo ospedale del Trentino attraverso la costituzione della società di progetto e quindi la sottoscrizione degli accordi con gli istituti bancari.
La realizzazione del Not, come noto, avviene tramite project financing, la ditta diventa una specie di stazione appaltante pubblica per portare avanti nel complesso l'opera, paga una parte dell'edificio e ottiene un canone di gestione annuale.
Una vicenda nota e la querelle è iniziata nel 2011 a causa di un errore compiuto proprio dalla Provincia: il più grande appalto della storia del Trentino (il Not valeva 1,7 miliardi di euro tra realizzazione dell'opera e gestione dei servizi il tutto strutturato secondo il modello del project financing) saltò perché due membri, l'ex dirigente del dipartimento salute Livia Ferrario e l'ex direttore dell'azienda sanitaria Luciano Flor, della commissione aggiudicatrice dell'opera erano stati inseriti anche tra coloro che avevano redatto il bando, violando così l'articolo 84 comma 4 del Codice degli appalti.
L'appalto venne affidato a un prima cordata, ma partirono subito i ricorsi al Tar da parte dei soggetti sconfitti. Il Consiglio di Stato nella sentenza del 2014 decide di riammettere tutte le cordate alla gara specificando che “la Provincia può procedere alla rinnovazione della gara a partire dalla fase di presentazione delle offerte".
Dopo due anni, siamo nel 2016, la Provincia decide di revocare il primo bando e di pubblicarne uno nuovo con un'impostazione completamente diversa. Salta il project financing perché viene a quel punto ritenuto troppo costoso e si decide la via tradizionale, quella che prevede l'affidamento per la costruzione e la gestione in capo alla Provincia.
Una fuga in avanti abbastanza azzardata, l'amministrazione decide di redigere un nuovo bando, quando il primo è ancora contestato tra ricorsi e pronunciamenti. Infatti arriva l'ennesimo colpo di scena: il Consiglio di Stato, in merito a un appello promosso da RTI CMB sc, una realtà dei quattro raggruppamenti di Imprese partecipanti alla gara originaria, ha annullato la revoca del primo bando.
La sentenza del Tar di Trento, che avrebbe dato il via libera alla Provincia per proseguire nel nuovo iter, viene quindi ribaltata e la revoca della prima gara viene annullata. La buona notizia è che non vengono accolte, invece, le richieste risarcitorie delle aziende e le spese di giudizio vengono integralmente compensate.
Nel frattempo l'amministrazione avvia i ragionamenti per riprendere l'iter. Un percorso che vede tra gli interlocutori anche Cassa del Trentino, Cassa depositi e prestiti e la Banca europea per arrivare al protocollo d'intesa per individuare contenuti, modalità e tempi per approfondire una materia complessa e il nuovo quadro normativo per riannodare la vicenda Not intorno al primo bando e al project financing.
L'intervento del Consiglio di Stato potrebbe così chiudere l'intera vicenda e adesso la Guerrato potrebbe passare alla fase progettuale e poi quella esecutiva per realizzare il nuovo ospedale di Trento.