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Vaccini, il Trentino arriva fino a 42 giorni ma Pfizer Italia: "Seconda somministrazione pensata a 21 giorni. Atteniamoci agli studi clinici''
Un intervento della casa farmaceutica che rischia di cambiare i piani vaccinali delle Regioni. Il Trentino è stato tra i primi territori a puntare sui 42 giorni di distanza per effettuare il richiamo, un modo per allargare più velocemente la platea delle prime somministrazioni. Una strategia condivisa dal Comitato tecnico scientifico. Pfizer Italia: "E' una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede"

ROMA. "Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni". Così Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, a "Buongiorno" su SkyTg24 commentando l'allungamento a 5 settimane della finestra per la somministrazione della seconda dose. "Dati su un più lungo range di somministrazione al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno Unito. E' una valutazione del Cts, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l'autorizzazione".
Un intervento della casa farmaceutica che rischia di cambiare i piani vaccinali delle Regioni. Il Trentino è stato tra i primi territori a puntare sul richiamo al massimo a 42 giorni di distanza, un modo per allargare più velocemente la platea delle prime somministrazioni: "In questo modo abbiamo vaccinato circa 30 mila trentini in più. E' preferibile avere un numero più alto di persone vaccinate con una dose che una cerchia più ristretta di cittadini con il ciclo completo", aveva spiegato Antonio Ferro, direttore del Dipartimento di prevenzione, a Il Dolomiti (Qui articolo). Si era ipotizzato sul territorio provinciale di abbassare invece i tempi per AstraZeneca, ma proprio le valutazioni scientifiche avevano indotto a non procedere in questa direzione (Qui articolo).
Negli scorsi giorni il Comitato tecnico scientifico ha inviato una circolare che consente di allungare la data del richiamo per Pfizer e Moderna (cioè i vaccini nRna). E' considerato plausibile dal punto di vista scientifico procedere in questo senso perché non viene inficiata l'efficacia della risposta immunitaria. Un parare arrivato a seguito del pressing della struttura guidata dal commissario Francesco Figliuolo. Una scelta simile a quella dell'Inghilterra, ma presa in ritardo. Secondo gli studi, la prima dose protegge già dalle forme gravi della malattia nell'80% dei casi.
E le Regioni, come Lazio, Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte e Campania, hanno iniziato questo processo di allungare le date dei richiami. Ora la puntualizzazione di Pfizer Italia: "Il richiamo va fatto a 21 giorni, bisogna attenersi agli studi scientifici. Questo è una valutazione del Cts e valuteremo quanto succede", il commento del direttore medico della casa farmaceutica.