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Altissimi livelli di vaccinazione con dose booster e milioni di persone contagiate: il Regno Unito riapre e toglie green pass e restrizioni
Il premier Boris Johnson ha dato l'annuncio alla Camera dei Comuni, dopo il Question Time, formalizzando da domani la decisione di revocare la raccomandazione del lavoro da casa, il mini Green Pass vaccinale britannico e l'obbligo di mascherine ovunque fra le misure del 'piano B' adottato contro Omicron

LONDRA. Basta green pass e restrizioni. Con la dose booster fatta già a oltre il 90% degli ultrasessantenni e il 60% degli over12 il Regno Unito riapre forte anche di un calo dei contagi importante, del 37% nell'ultima settimana. Come noto il Paese è stato colpito per primo dalla variante Omicron in Europa ed è stato letteralmente travolto con settimane a 200.000 contagi al giorno e centinaia di decessi a referto. Dall'inizio dell'anno, in particolare, sono spesso stati più di 300 al giorno e ieri si sono superati i 400 morti. Ciò nonostante gli alti livelli di vaccinazione della popolazione raggiunti negli ultimi giorni e l'altissimo numero di persone che sono state contagiate nelle ultime settimane ha spinto il premier inglese a riaprire.
L'annuncio Boris Johnson lo ha dato alla Camera dei Comuni, dopo il Question Time, formalizzando da domani la decisione di revocare la raccomandazione del lavoro da casa, il mini Green Pass vaccinale britannico e l'obbligo di mascherine ovunque fra le misure del 'piano B' adottato contro Omicron.
Johnson, riporta l'Ansa, ha citato un calo di contagi grazie al record di terze dosi booster dei vaccini; ma la mossa appare anche un modo per accattivarsi la pancia del gruppo Tory da parte del premier, minacciato da un voto di sfiducia interno al partito sulla sua leadership in seguito allo scandalo Partygate.
Johnson ha evocato "il ritorno al piano A", sostenendo che l'emergenza Covid sta "entrando in una fase endemica" nel Regno Unito dopo oltre un anno e mezzo di pandemia e richiamandosi alla valutazione di consulenti scientifici secondo cui il Paese appare aver superato "il picco" dei contagi Omicron a livello nazionale.
La revoca delle restrizione arriva prima della scadenza fissata del 26 gennaio, e ha indotto il leader dell'opposizione laburista Keir Starmer a chiedere al premier a rendere pubblici il parere scientifico evocato a sostegno dell'accelerazione, per sgomberare il campo dal sospetto che si tratti di una manovra mirante a "salvare" la poltrona del premier prima che "a garantire la sicurezza" dei cittadini britannici. Ma il capo del governo ha rivendicato questa decisione come frutto delle politiche del suo gabinetto, che - pur "non senza errori", condivisi a suo dire con chiunque nel mondo abbia dovuto affrontare la più grave emergenza sanitaria globale da decenni - ha difeso complessivamente come "giuste" sulle questioni fondamentali della pandemia.
Al riguardo, Johnson ha insistito sul livello record "in Europa" fatto registrare dal Regno nella somministrazione delle terze dosi booster del vaccino, offerte già a oltre il 60% degli over 12 e a "oltre il 90%" degli ultrasessantenni. Ma anche sulla scelta d'imporre un livello limitato di restrizioni contro la variante Omicron, rispetto "ad altri Paesi europei", cosa che nelle sue parole ha consentito all'isola di tornare sopra i livelli di Pil pre Covid, di far segnare il tasso di crescita economica "più alto del G7" in questi mesi e di risalire a massimi storici dei tassi occupazionali, in particolare "dell'occupazione giovanile".
Nello stesso tempo BoJo ha avvertito che serve ancora "cautela", che le regole su isolamento e test rimarranno per ora in vigore in Inghilterra, non senza riconoscere "la pressione" che tuttora gli ospedali devono sopportare. Notando tuttavia "una stabilizzazione dei ricoveri" negli ultimi giorni, un loro calo a Londra e una diminuzione generalizzata delle ammissioni nelle terapie intensive.