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“Costretti a dormire per strada”, a Trento 161 richiedenti asilo esclusi dal sistema d’accoglienza vivono in fatiscenti ripari di fortuna
Sarebbero ben 161 i richiedenti asilo che a Trento sono costretti a vivere per strada, l’Assemblea antirazzista: “Queste persone sono costrette a dormire in ripari di fortuna perché non ci sono posti nei dormitori per richiedenti asilo e soprattutto perché non sono potute entrare nel sistema di accoglienza trentino”

TRENTO. Sarebbero ben 161 i richiedenti asilo che a Trento sono costretti a vivere per strada in mancanza di posti letto nelle strutture dedicate all’accoglienza. Questi almeno sono i numeri forniti dal Centro Astalli di Trento al quotidiano Avvenire. Una situazione che che dura da tempo, come denunciato in più occasioni dall’Assemblea antirazzista di Trento.
D’altra parte i decreti “sicurezza” dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e la politica portata avanti dalla Giunta Fugatti a livello locale hanno contribuito in maniera determinante a smantellare il sistema d’accoglienza trentino. I migranti che vivono per le strade del capoluogo sono soprattutto giovani uomini, la maggior parte ragazzi di origine pakistana che hanno attraversato la Rotta balcanica e sono finiti in Italia.
Il fenomeno è noto e si protrae da tempo ma secondo gli attivisti dell’Assemblea antirazzista il problema non riguarda solo i pochi posti letto disponibili. La normativa infatti, dice che a ogni migrante dovrebbe essere data la possibilità di presentare una richiesta di asilo entro pochi giorni dal proprio arrivo e contestualmente ne andrebbe garantito l’ingresso nel sistema di accoglienza. Nella pratica però non funziona così.
“Queste persone – confermano dall’Assemblea antirazzista – sono costrette a dormire in ripari di fortuna perché non ci sono posti nei dormitori per richiedenti asilo e soprattutto perché non sono potute entrare nel sistema di accoglienza trentino. Come abbiamo già ampiamente denunciato questa situazione è frutto di una violazione della normativa che ha precise responsabilità”. Gli attivisti parlano apertamente di “continue violazioni dei diritti dei richiedenti asilo e prassi del tutto illegittime e arbitrarie”.
Inoltre restano da chiarire i contorni dello sgombero avvenuto la scorsa settimana nella zona del quartiere delle Albere. Erano una ventina i ragazzi che si erano accampati nella zona, tutti stavano aspettando di poter formalizzare la domanda di protezione internazionale per entrare nel sistema d’accoglienza trentino. Questo almeno fino a quando non sono stati sgomberati anche se né i carabinieri né la Questura (e nemmeno la polizia locale) rivendicano l’intervento.
I migranti però riferiscono di essere stati minacciati e spinti ad andarsene da persone che si sono presentate come appartenenti alle forze dell’ordine. Gli attivisti dal canto loro puntano il dito contro Commissariato del Governo, Provincia di Trento e Questura accusati di agire “in modo del tutto illegale – perché, sottolineano – hanno ripreso ad alzare delle barriere immateriali per rendere complicata la vita ai richiedenti asilo”.