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Il Trentino punta a rimboschire il 20% delle aree colpite da Vaia ma si combatte contro il bostrico: ''In 3 anni l'insetto ha distrutto 1,5 milioni di metri cubi di alberi"
Giovanni Giovannini, dirigente del servizio Foreste della Pat, ha spiegato che "Sono 20.000 gli ettari danneggiati in tutto dalla tempesta; la Provincia intende rimboschirne il 20%". Ma non è un lavoro semplice perché, purtroppo, il bostrico ha peggiorato notevolmente la situazione

TRENTO. La Provincia di Trento intende rimboschire il 20% delle aree che sono state travolte dalla tempesta Vaia. A confermarlo è stato Giovanni Giovannini dirigente del servizio Foreste della Pat nel corso di un incontro sul ruolo delle foreste e che ha visto la presenza anche di Günther Unterthiner, direttore del servizio Foreste della Provincia autonoma di Bolzano.
Nel parlare di Vaia, Giovannini, ha spiegato che si è trattato di un “evento fuori scala che ha modificato il reticolo idrografico e ha prodotto danni enormi a tutte le infrastrutture forestali”. Sono più di 2.000 i chilometri di strade rese inservibili da Vaia, circa un terzo della rete forestale trentina. Sono inoltre 20.000 gli ettari danneggiati in tutto dalla tempesta. Ed è proprio sul 20% di questi che la Provincia sta intervenendo.
“Le piante, la natura riescono a trovare un equilibrio, per fortuna. Il bostrico ha peggiorato ulteriormente la situazione – ha spiegato Giovannini – e in particolare sull'abete rosso che in alcuni casi presenta anche fenomeni di disseccamento da siccità. A causa di questo piccolo insetto coleottero del gruppo degli Scolitidi, in tre anni abbiamo perso un milione e mezzo di metri cubi di alberi. Un danno molto più grande di Vaia".
Giovannini ha poi ricordato che "in Valsugana c'è il vivaio 'Maso san Giorgio' per il rimboschimento forestale e un centro di addestramento significativo: tutto il fenomeno di Vaia ha portato all'aumento di persone che lavorano nel bosco”. Günther Unterthiner nel suo intervento ha ricordato che "in Alto Adige Vaia ha colpito 6.000 ettari di foreste. Ci sono stati interventi piuttosto rapidi ma due fenomeni successivi e diffusi hanno messo in crisi tutto il sistema: il bostrico che già c'era con Vaia ha accelerato notevolmente e il carico della selvaggina che non deve essere troppo numerosa per l'equilibrio complessivo. C'è stato il rimboschimento di 2.600 ettari sul dato complessivo di 6.000, ciò per l'importante funzione protettiva. I contatti transnazionali, specie sulla questione del bostrico, sono molto importanti: le conoscenze bisogna condividerle, il confronto di competenze è necessario per definire le strategie. Non ci sono soluzioni semplici per fenomeni complessi".