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La peste suina africana arriva nel Nord-Italia: il virus trovato nella carcassa di un cinghiale in Piemonte
Il virus è stato riscontrato nella carcassa di un cinghiale a Ovada, in Piemonte, dove proprio negli scorsi giorni il presidente di Confagricoltura aveva parlato di un “forte rischio” causato "dall'eccessiva proliferazione" degli animali

OVADA. La peste suina africana è arrivata in Piemonte: è stata riscontrata nella carcassa di un cinghiale ad Ovada. Il virus, che come specifica il Ministero della salute colpisce suini e cinghiali, è altamente contagioso e spesso letale per gli animali ma non è invece trasmissibili agli esseri umani.
Le epidemie però hanno “pesanti ripercussioni economiche nei Paesi colpiti” si legge nel portale del Ministero della Salute, dove viene specificato che “in Italia la malattia è presente soltanto in Sardegna, dove negli ultimi anni si registra un costante e netto miglioramento della situazione epidemiologica”. Dopo il ritrovamento della carcassa ad Ovada però, le analisi condotte sulla corpo del cinghiale dall'Istituto Zooprofilattico dell'Umbria e delle Marche, centro di riferimento a livello nazionale in questo ambito, sembrerebbero confermarne la presenza anche nel Nord Italia.
A questo punto il caso di peste suina sarà notificato dal Ministero della salute agli enti competenti mentre l'assessore alla Sanità regionale in Piemonte Luigi Genesio Icardi ha dichiarato al Corriere della Sera che nelle prossime ore “verranno definite la zona infetta e quella di sorveglianza” per cercare di “confinare ed eradicare il più possibile la malattia”.
Dal punto di vista economico la preoccupazione principale è la possibile ricaduta sul commercio delle carni suine italiane, con possibili limitazioni all'importazione di prodotti da parte di altri Paesi. L'allarme per l'arrivo della peste suina in Piemonte era stato lanciato negli scorsi giorni dal presidente di Confagricoltura Enrico Allasia, che aveva parlato di un “forte rischio” causato "dall'eccessiva proliferazione" degli animali.