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L'appello della polizia: “Massima attenzione per la 'truffa del finto catalogo', è arrivata anche in Alto Adige”. Ecco di cosa si tratta
Il caso è stato segnalato nella giornata di ieri (8 novembre) alla questura di Bolzano: la vittima, una donna di 75 anni residente nel capoluogo, dopo una chiamata era stata convinta da un rappresentante a concludere un contratto che la impegnava ad acquistare 12mila euro di merce in 3 anni

BOLZANO. La 'truffa del finto catalogo' arriva anche in Alto Adige, l'appello delle forze dell'ordine: “Massima attenzione nella stipula dei contratti”. Il caso, dice la polizia, è stato segnalato nella giornata di ieri alla questura di Bolzano, dove si è recata una donna di 75 anni (residente nel capoluogo) che ha riportato un tentativo di truffa subito qualche giorno prima. Tutto è iniziato, ha raccontato la vittima, dopo una chiamata ricevuta sul telefono fisso da parte di una donna che, affermando di contattarla per conto di una società commerciale, le aveva garantito di aver diritto a sconti su una serie di oggetti che le sarebbero stati illustrati, su un catalogo, da un rappresentante.
Alcuni giorni dopo un primo rappresentante si era effettivamente presentato in casa e, senza mostrare alcun catalogo né specificare la natura del vincolo, aveva concluso un contratto e fissato con la signora un secondo incontro con un altro addetto, incontro nel quale la stessa avrebbe poi visionato il catalogo ed eventualmente acquistato la merce. In seguito però la 75enne si è accorta che non solo il contratto la obbligava ad acquistare merce per un valore di 4mila euro l'anno, ma anche che era stato indicato, a mano, come il vincolo avesse la durata di 3 anni (per un totale quindi di 12mila euro di merce). In seguito la donna ha quindi esercitato il diritto di recesso entro i 14 giorni dalla stipula, come previsto dalle norme in materia di vendita porta a porta, ma nonostante questo nella giornata di ieri un secondo addetto si è presentato nella sua abitazione.
L'uomo è stato prontamente identificato dai poliziotti ed ora sono in corso gli accertamenti per chiarire meglio gli aspetti della vicenda e qualificare giuridicamente il comportamento del venditore. “Tuttavia – scrivono le forze dell'ordine – la questura, nel ricordare che nel nostro ordinamento l'istituto della vendita porta a porta è legittimo e comunque è sempre riconosciuta all'acquirente la facoltà di recesso entro 14 giorni, invita la cittadinanza a prestare massima attenzione nella stipula di questa tipologia di contratti, per evitare di vincolarsi senza esserne pienamente consapevoli, richiedendo in caso di dubbio sempre l'intervento delle forze dell'ordine”.