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Marmolada, l'allarme dal Veneto: “Trento continua a vietare l'accesso al ghiacciaio, stagione invernale a rischio. Le piste sono sicure e vanno preparate in tempo”
All'allarme lanciato da Marmolada Srl, la società di gestione delle funivie del massiccio, fanno seguito le parole del sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin: "Spero vivamente che i tempi non si prolunghino, perché ormai l'avvio della stagione è imminente"

BELLUNO. “Il divieto di accesso al ghiacciaio non è stato ancora revocato: serve buon senso, le piste sono sicure e vanno preparate in tempo”. È questo l'allarme lanciato da Marmolada Srl, la società di gestione delle funivie del massiccio, che avverte come a causa della chiusura del ghiacciaio, disposta dalle autorità dopo il disastro che il 3 luglio scorso è costato la vita a 11 persone, sulla Regina delle Dolomiti la stagione invernale sia a questo punto “a rischio”. “Caro energia – scrive la società – incertezze meteo, alte temperature, ma nell'Alto Agordino gli operatori della montagna hanno una preoccupazione in più, quella del divieto di accesso al ghiacciaio della Marmolada non ancora revocato. Se non si interviene con buon senso e velocità, la stagione invernale è a rischio e con essa la permanenza sul territorio di tante imprese e famiglie”. Parole alle quali fanno seguito anche quelle del sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin, che a il Dolomiti precisa di essersi da giorni attivato per trovare una soluzione alla problematica, mentre il dirigente generale del Dipartimento di protezione civile della Pat Raffaele De Col assicura: “Il tema per noi è chiaro e presente, in questa fase stiamo osservando gli ultimi dati e facendo tutte le valutazioni del caso insieme al Comune di Canazei”.
La premessa, continua Marmolada Srl, è che con la stagione invernale ormai alle porte: “Ogni giorno è prezioso. Da sempre novembre è fondamentale per la preparazione delle piste e degli impianti per l'avvio regolare dell'attività”. La società stessa, nata nel 1965, è pronta a predisporre l'area sciabile: “La funivia della Marmolada – scrive – che parte ed arriva in Provincia di Belluno, quindi in Veneto, vede la propria pista svilupparsi in gran parte in Provincia di Trento, perché attraversa il ghiacciaio. Come gestori dell'impianto siamo pronti ad avviare i lavori di preparazione della pista ma il Comune di Canazei continua a vietare l'accesso al ghiaccio. Alle nostre richieste di chiarimenti, ci viene opposta una fantomatica perizia, avviata mesi fa quando le eccezionali temperature estive potevano generare preoccupazioni, ma mai redatta ed inattuale ora quando finalmente il termometro è sceso sotto lo zero”.
Ed è proprio questa perizia, dice il sindaco De Bernardin, a preoccupare: “Vuol dire che in questo momento ci troviamo al di fuori diciamo della sfera politica. Come sindaco ho personalmente riferito la problematica alla Regione Veneto affinché si attivi per capire quali siano le conclusioni delle autorità trentine. Spero vivamente che i tempi non si prolunghino, perché ormai l'avvio della stagione è imminente”. Il primo cittadino di Rocca Pietore (che confina ad Ovest con il Comune di Canazei) ha revocato l'ordinanza di divieto d'accesso nell'area di sua competenza alla fine della stagione estiva ma la parte veneta della montagna, dice: “Non riguarda la zona del ghiacciaio. In questo momento bisogna ragionare con il buon senso. Le condizioni sul ghiacciaio sono profondamente mutate ed il versante dove si sviluppa la pista è molto meno ripido e presenta una conformazione diversa rispetto a quella dove si è verificata la tragedia. Ragionando così allora bisognerebbe vietare l'accesso su qualunque montagna dove si sia registrato un crollo”.
“La disgrazia accaduta a luglio – continua la società Marmolada Srl – come abbiamo sempre ribadito, merita il nostro pieno rispetto e la massima attenzione dell'adozione di provvedimenti efficaci, ma è da prendere atto che il distacco della porzione di ghiaccio è avvenuta in una zona totalmente estranea a quella in cui si sviluppa la pista, che è soggetta a continui monitoraggi, controlli e manutenzioni nel pieno rispetto di tutte le leggi e normative. Se il permesso di preparare la pista e poi di aprirla agli sciatori non dovesse arrivare tempestivamente, i danni economici sarebbero incommensurabili per tutta la vallata, che vive dell'attività turistica invernale, dall'impianto di Malga Ciapèla a quelli che lo connettono con Arabba. Parliamo di uno dei più importanti e panoramici, nonché graditi dalla clientela internazionale, comprensori sciistici del Dolomiti Superski, porta d'ingresso per gli apprezzati giri della Sellaronda e della Grande Guerra. Questi ritardi, questi burocratismi, questa manza di chiarimenti diventano l'ennesimo attentato alla pur indefessa resilienza della gente di montagna per continuare a risiedere in questi territori e vivere di quello che hanno da offire. E questo in un momento storico già difficilissimo, contrassegnato da rincari energetici che rendono ancora più difficile ed eroico abitare e lavorare nelle terre alte”.