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I lavori per il bypass ferroviario di Trento al consorzio Webuild, Ghella, Collini Lavori e Seli Overseas: opere per oltre 934 milioni di euro

Nel frattempo i comitati che si oppongono alla realizzazione dell’opera continuano a organizzare dei presidi contro il bypass ferroviario. Cittadini e No tav chiedono lo stop immediato del progetto per effettuare ulteriori analisi “più precise e soprattutto imparziali” sulle aree inquinate che saranno attraversate dai cantieri come l’ex Sloi e l’ex Carbochimica

Di T.G. - 08 February 2023 - 17:08

TRENTO. Alla fine ad aggiudicarsi i lavori per la realizzazione della circonvallazione ferroviaria di Trento è stato il consorzio di imprese composto da Webuild (capofila del raggruppamento), Ghella, Collini Lavori e Seli Overseas. Le opere in questione valgono oltre 934 milioni di euro, finanziati anche con i fondi Pnrr.

 

“Il progetto – spiegano da Rfi – è finalizzato a incentivare lo shift modale su ferro del trasporto merci, anche in vista della crescita dei flussi nei prossimi anni con l’attivazione del Tunnel Ferroviario del Brennero. L’opera, inserita nel corridoio europeo Scandinavo-mediterraneo, è infatti uno dei lotti prioritari del potenziamento della linea ferroviaria Verona-Fortezza, accesso sud al predetto tunnel del Brennero”.

 

L’intervento prevede la realizzazione di una nuova linea ferroviaria a doppio binario di circa 13 chilometri, di cui circa 11 in galleria a doppia canna. La nuova infrastruttura avrà origine dalla linea ferroviaria esistente Verona-Brennero, all’altezza di Roncafort, e si ricollegherà a sud in zona Acquaviva. La fase realizzativa sarà accompagnata dall’Osservatorio ambientale istituito da Provincia Autonoma e Comune di Trento. Per la realizzazione dell’opera è stata nominata la commissaria straordinaria Paola Firmi, vicedirettrice generale sviluppo e standard di Rfi.

 

Nel frattempo i comitati che si oppongono alla realizzazione dell’opera continuano a organizzare dei presidi contro il bypass ferroviario. Cittadini e No tav chiedono lo stop immediato del progetto per effettuare ulteriori analisi “più precise e soprattutto imparziali” sulle aree inquinate che saranno attraversate dai cantieri come l’ex Sloi e l’ex Carbochimica.

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