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Capitale della cultura, Trento non ce la fa. Andreatta "Porteremo avanti molti progetti". Si guarda al 2020
Il sindaco di Trento: "non possiamo nascondere che c'è un po' di delusione perché si gareggia sempre per vincere e non è mancata ovviamente la competizione”

ROMA. La città di Trento non ha nessuna intenzione di perdere il patrimonio di visibilità e soprattutto di relazioni e sinergie attivate nel percorso della candidatura “Capitale della cultura 2018” come non ha intenzione di riporre in un cassetto il marchio “Trento18”.
A confermarlo è il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta che proprio in queste ore sta tornando da Roma assieme all'assessore Andrea Robol e alla dirigente del servizio Clara Campestrini, dove è stata comunicata la scelta di Palermo come “Capitale” della cultura per il prossimo anno.
“Abbiamo preso atto – ha spiegato il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta – della scelta fatta dalla commissione e non possiamo nascondere che c'è un po' di delusione perché si gareggia sempre per vincere e non è mancata ovviamente la competizione”.
Complimenti a #Palermo! Bene lo stesso: candidatura ci ha spinto ad approfondire potenzialità della #Trento di oggi e di quella che verrà
— Alessandro Andreatta (@aless_andre) 31 gennaio 2017
Tra i temi discussi al termine della cerimonia di assegnazione del titolo, ha spiegato il sindaco, quello sulle differenze che esistono tra le città che gareggiano.
“Mi sono fermato con qualche sindaco – ha spiegato Andretta – e si diceva che le città metropolitane come Palermo ma anche come Napoli oppure Firenze e altre, hanno già in partenza una grande differenza rispetto ad altre che sono più piccole. Sono di una scala più grande e ampia. Questo ovviamente lo si sapeva fin dall'inizio e si vedrà in futuro se il ministro sceglierà di cambiare le cose dando diverse possibilità a queste città”.
Il progetto portato dalla città di Palermo, premiato dalla commissione, ha messo al centro l'accoglienza, l'integrazione e l'inclusione. Temi che evidentemente sono stati promossi e presentati in maniera migliore rispetto ad altre città, come Trento, che proponevano le stesse questioni.
“Siamo comunque molto felici – ha spiegato il sindaco – perché abbiamo avuto la notizia di essere rientrati nella cerchia delle ultime 5 città scelte. Possiamo dire fino ad ora che porteremo avanti molti progetti del 2018 senza contare gli importanti impegni sulla Grande Guerra e l'Adunata degli Alpini”.
Al momento, comunque, non è scartata l'idea di riproporre la candidatura di Trento come “Capitale della cultura 2020”. “ Non ne abbiamo ancora parlato – ha spiegato Andreatta – ma il presidente della commissione ci ha ricordato questa possibilità”.