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Fermato per un controllo aggredisce due agenti e si dà alla fuga. Bloccato in piazza Dante e arrestato
Ieri sera durante alcuni controlli all'interno dei giardini di piazza Dante, due agenti sono stati aggrediti da un giovane. Per loro una prognosi di 10 giorni. Convalidato l'arresto, il processo per direttissima è stato spostato il 7 giugno

TRENTO. Due agenti della polizia sono stati presi a calci e pugni, per entrambi una prognosi di 10 giorni. A sferrare i colpi un giovane nordafricano senza fissa dimora, in Italia dal 2013, che ieri è stato fermato per un controllo di routine in piazza Dante.
Il fatto è avvenuto attorno alle 20. Una pattuglia Reparto prevenzione crimine ha fermato il giovane, che apparentemente sembrava tranquillo, per un semplice controllo. Ma di lì a poco il ragazzo si sarebbe dato alla fuga, sfuggendo al controllo degli agenti. Subito rincorso da un agente, sarebbe stato riacciuffato nei dintorni e nuovamente fermato.
Non potendo più scappare, il giovane avrebbe sferrato calci e pugni ad uno dei poliziotti, fatto che ha allertato anche le altre pattuglie presenti in zona che si sono portate in piazza Dante in supporto dei colleghi. Trasportato in Questura in stato di arresto, anche lì avrebbe aggredito il personale di polizia ferendo un altro agente. Questa mattina, invece, dalle inferriate della cella di sicurezza in cui era rinchiuso, avrebbe sputato in faccia al personale tentando ancora di ferire i poliziotti.

Accusato di lesioni personali, resistenza e violenza a Pubblico ufficiale, il ragazzo è stato portato davanti ai giudici per la convalida dell'arresto e per il processo per direttissima. Accompagnato in manette attraverso i corridoi del palazzo di Giustizia da un numero imponente di poliziotti, davanti al giudice Borrelli non ha però aperto bocca,chiedendo soltanto un bicchiere d'acqua.
Il giudice ha cercato più volte di comunicare con lui, anche perché all'interprete aveva detto di voler parlare soltanto con il magistrato, cosa che però non è avvenuta. Il ragazzo è rimasto accovacciato per tutto il tempo dell'udienza, sguardo fisso a terra e soltanto le gambe si muovevano nervosamente.

Convalidato l'arresto, che sia per l'accusa che per la difesa è stato eseguito secondo le norme di legge, il processo per direttissima è stato spostato al 7 giugno per dare tempo al difensore di approfondire l'accaduto e al Pubblico ministero di formulare compiutamente le imputazioni.
Sulla misura cautelare in attesa dell'udienza, l'accusa ha chiesto la detenzione in carcere, anche in considerazione di una recidiva specifica, cioè di un reato simile a questo compiuto nei 5 anni precedenti. La difesa si è rimessa al Giudice per la decisione, che in mancanza di un domicilio, di parenti residenti in città o altre strutture pronte ad accoglierlo agli arresti domiciliari, ha condiviso la richiesta dell'accusa disponendo la traduzione in carcere.