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"Questo logo è solo per i gay". Ma il Comune di Arco approva i due papillon per il progetto "wedding": "Siamo una città accogliente"

Una polemica che ha portato Mandelli addirittura alle dimissioni dal Consiglio di amministrazione. Troppo per un consigliere che non nega la sua appartenenza alla destra, che basa i suoi valori sulla tradizione e che, anche dal punto di vista del marketing, ha sollevato molti dubbi di fronte a questa scelta

Di db - 21 maggio 2017 - 11:41

ARCO. I due cuoricini con le due cravatte a papillon che sponsorizzano il progetto "Wedding in Arco" hanno scatenato la polemica. "E' un logo pensato esclusivamente per i matrimoni gay", ha tuonato Stefano Mandelli, uno dei consiglieri del cda della società in house Amsa alla quale il Comune ha affidato l'organizzazione di tutti i matrimoni"turistici" che saranno celebrati nelle più belle location della città.

 

Una polemica che ha portato Mandelli addirittura alle dimissioni dal Consiglio di amministrazione. Troppo per un consigliere che non nega la sua appartenenza alla destra, che basa i suoi valori sulla tradizione e che, anche dal punto di vista del marketing, ha sollevato molti dubbi di fronte a questa scelta.


Il logo, ideato da Paolo Borroi, è stato accolto positivamente dall'amministrazione comunale, che non ha perso tempo dopo l'approvazione della legge Cirinnà e ha voluto fin da subito promuovere le unioni civili in quel di Arco, nella cornice dello splendido castello ad esempio.

 

Una scelta comunicativa che il Consiglio di amministrazione di Amsa ha valutato, anche se non era indispensabile e vincolante il suo giudizio. Il presidente Renato Veronesi nega che ci siano state valutazioni ideologiche, afferma che la valutazione si è basata soltanto sulle strategie legate al marketing. Il parere di moti, si apprende, era dubbioso e lo stesso Mandelli aveva presentato un'altra proposta.

 

Ma poi l'amministrazione comunale ha deciso: il logo che piace è quello con i due cuoricini e con i due papillon. Punto. Ora ad Asma toccherà l'organizzazione, la gestione delle prenotazioni, il servizio di supporto al Servizio di Stato civile che per legge è invece in carico al Comune. 

 

Se l'obiettivo era parlare di Arco come location per i matrimoni, e se la strategia era quella di spingere anche sulla novità delle unioni civili, il risultato è stato raggiunto. Una piccola polemica doveva pur uscire: oltre al logo, sul sito del comune campeggiano tre foto:

 

Una coppia etero che si sta per baciare dopo il sì pronunciato nelle splendide sale di palazzo Marcabruni-Giulian, una coppia gay emozionata davanti all'Ufficiale di Stato civile in fascia tricolore nella cornice della veranda del Casinò municipale e una coppia di lesbiche in abito bianco con alle spalle il Castello di Arco.


"Nessuna polemica - dice il sindaco Alessandro Betta - Arco è una città ospitale. Ieri ho celebrato il matrimonio tra due ragazze, molto giovani, con la famiglia, con gli amici, C'era anche una campionessa olimpica molto conosciuta al matrimonio. Ieri - afferma - ho visto la normalità dell'amore e degli affetti che circondano due giovani donne che decidono di amarsi per sempre. Mi sono emozionato". 

 

"Il resto - continua Betta - sono polemiche inutili. La città di Arco è ospitale con tutti, etero, gay, lesbiche, e non solo perché ce lo impone una legge". Il sindaco si dispiace per le dimissioni di Mandelli: "L'ho sempre stimato e mi dispiace, ma da quel che ho capito questa è una sua posizione valoriale che rispetto, che gli ha creato disagio nei confronti di questo. Ma la lettura ideologica è sua, non certo dell'amministrazione comunale".


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