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Segnale caserma-vigili del fuoco, il sistema è vulnerabile. La Provincia: "Lo stiamo cambiando ma ci vorranno due anni"
Dopo l'ultimo caso in Val di Non di hackeraggio del sistema la Provincia avvia il passaggio dal sistema analogico a quello digitale

TRENTO. La rete di allertamento del 115 passerà dal sistema analogico a quello digitale. “ Lo switch alla tecnologia digitale – afferma l'assessore Tiziano Mellarini – è peraltro imposto dalla normativa europea sulle telecomunicazioni, mediante protocollo POCSAG, e consentirà la protezione da eventuali intrusioni sia della rete, sia dei terminali (cercapersone), oltre a permettere la diversificazione degli allertamenti”.
Che l'amministrazione provinciale intenda passare a nuovi e più sicuri sistemi di comunicazione, infatti, lo si apprende dalla risposta che dà a una interrogazione del consigliere Claudio Civettini che chiedeva di essere informato circa l'hackeraggio delle comunicazione del 7 gennaio scorso.
“Alle ore 15.51 del giorno 7 gennaio 2017 – ammette l'assessore – è stata inviata una chiamata selettiva ai corpi dei vigili del fuoco volontari del distretto di Fondo. Questa interferenza ha utilizzato il codice di chiamata locale, ossia quello che permette al distretto di allertare i corpi di sua competenza. Peraltro la Centrale 115, constatata la falsità della chiamata, ha immediatamente informato i corpi”.
Mellarini informa che il fatto è stato segnalato alla Polizia postale “che ha la competenza per lo svolgimento di indagini in questo ambito. E’ del tutto evidente - continua l'assessore - che i servizi antincendi siano il primo soggetto interessato ad evitare che vi siano intrusioni nel sistema di comunicazione e che l’intero sistema della protezione civile ha un interesse specifico a contrastare questo genere di comportamenti e a tutelare la propria attività e operatività sul territorio”.
Per quanto riguarda la rete di allertamento attuale, che è di tipo analogico, Mellarini afferma che “è vulnerabile rispetto ad interferenze di questo tipo, perché non è possibile proteggere il dispositivo finale, ossia il cercapersone”. Sono state effettuate alcune verifiche, anche coinvolgendo la casa costruttrice degli apparecchi, “ma non è stata data una soluzione definitiva”.
Ma nessun intervento è previsto sulla rete esistente: “Stante la volontà dell'amministrazione provinciale di passare alla tecnologia digitale, e considerato che la protezione delle dorsali non risolverebbe il problema, si è deciso di non investire risorse in tale apprestamento”.
L'amministrazione provinciale ha quindi finanziato la prima tranche del passaggio ed un gruppo di lavoro composto dal Servizio Centrale Unica, dal Laboratorio radio del Corpo permanente provinciale dei Vigili del fuoco e da Trentino Network ha elaborato le linee guida per la struttura di rete e la redazione del capitolato tecnico: “La rete dovrà essere realizzata ex novo, mediante installazione di antenne ripetitrici, non essendo possibile sfruttare l'infrastruttura esistente”.
Tempi lunghi però: “La progettazione e la realizzazione dell'infrastruttura, e consegna dei terminali ai Corpi dei Vigili del fuoco volontari, richiederà presumibilmente un tempo di due anni”.