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Terremoto, a Ussita il sindaco si dimette: "La ricostruzione non si farà mai". Intanto a Camerino arriverà lo studentato di Trento e Bolzano da 9,4 milioni di euro
Oggi il via libera della giunta bolzanina per la realizzazione dell'opera per l'Università marchigiana. Saranno 20 moduli abitativi per 457 posti letto. Un impegno quello dei "nostri" ancor più importante se si pensa che da altre parti nulla si muove. A Visso oggi la protesta del primo cittadino

MACERATA. Sono divise da poco più di 30 chilometri in linea d'aria, meno di un'ora di macchina tra stradine tutte curve e tornanti. A Camerino, però, "arrivano i nostri" la Provincia di Trento, quella di Bolzano, l'Euregio e verrà ricostruito lo studentato per l'Università. A Ussita, invece, è arrivata la magistratura, sono arrivati i sigilli e le clamorose dimissioni del primo cittadino dopo che il Gip di Macerata ha firmato un decreto esecutivo di sequestro di un camping dove da anni sono posizionate 5 "mobil house" e un prefabbricato in legno. Sono costruzioni non usate dagli abitanti di Ussita (che sono stati praticamente tutti sfollati nelle cittadine di mare) ma all'interno dei quali sono stati messi beni personali e oggetti recuperati dalle case diroccate. Costruzioni che lì non dovevano stare, per la magistratura, perché edificate in zona R4, nell'area protetta del Parco dei Sibillini.
"Sull'operato della magistratura non ho nulla da osservare - ha scritto il sindaco di Ussita nella sua lettera di dimissioni - tuttavia la vicenda diviene oltremodo preoccupante qualora la si valuti sotto il profilo amministrativo post terremoto. Dalle premesse che hanno portato al decreto di sequestro, infatti, può facilmente dedursi che la ricostruzione stessa non potrà mai avere inizio né conclusione. Infatti gran parte del territorio del comune di Ussita viene a trovarsi nelle medesime condizioni del camping con la conseguenza che non un prefabbricato, non una casetta in legno, non alcun altro immobile, non un solo ripristino (...) potranno mai essere messi in atto".
Che cosa racconta questa vicenda? Racconta quanto avevamo provato a documentare anche noi qualche settimana fa. Che c'è uno stallo quasi assoluto in zone enormi del Centro Italia terremotato. Che ci sono alcuni borghi più grandi come Norcia, che ci stanno provando, faticosamente, a rimettersi in piedi ma un'infinità di paesi letteralmente abbandonati a se stessi, dove non una pietra si riesce a spostare, non un muro è stato ricostruito. Gli unici che girano per le strade e che stanno ben piantati davanti agli ingressi dei borghi più piccoli sono poliziotti, carabinieri, finanzieri che presidiano i paesi per tenere lontani sciacalli e topi d'appartamento.
Poche ore fa il sindaco di Visso ha definito la situazione delle zone terremotate "identica a quella dei mesi scorsi". "Ormai non ci si può più nascondere - ha detto oggi il primo cittadino Pazzaglini - considerando tutto il tempo che è passato dagli eventi dello scorso anno. Il disastro nella gestione dell'emergenza e soprattutto nell'uscita dalla fase critica non può essere risolto da chi questo disastro l'ha creato, con le sue normative e il suo apparato burocratico. Noi dobbiamo comunque andare avanti, ma questa purtroppo è la realtà di oggi". E infatti sabato scorso c'è stata l'ultima, in ordine di tempo, protesta degli sfollati di Ussita, Castelsantangelo sul Nera, Preci e Visso stessa. Duecento persone del posto hanno manifestato per protestare contro i ritardi nella rimozione delle macerie e nell'avvio dei programmi per la ricostruzione dei loro borghi.
E allora ecco che, anche per questo, l'importanza di azioni messe in campo dalle nostre Province acquisiscono un valore ancora più grande. Un valore pratico e materiale, dato dalla ricostruzione, ma un valore anche etico e sociale per mantenere alta l'attenzione su questi territori dove ancora tutto è da fare e dove tutti i giorni continuano ad esserci scosse di terremoto (tanto per stare all'attualità ieri ne è stata avvertita una del terzo grado a Norcia). Sono cose che non fanno più titolo, ma insieme alla notizia che oggi la giunta della provincia di Bolzano ha approvato la compartecipazione con l’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino alla realizzazione di uno studentato per l'Università di Camerino, abbiamo deciso di riportare anche quanto sta accadendo lì.
"Questo importante intervento - ha spiegato il presidente altoatesino Kompatscher - nel settore dell’istruzione e della formazione offre prospettive non solo ai giovani ma all'intera popolazione, considerato che l'ateneo è il motore di tutta l'area attorno a Camerino". L’opera prevede la costruzione di 20 moduli abitativi, con struttura in legno, ognuno dei quali composto da 4 appartamenti. Saranno complessivamente ben 457 posti letto, di cui 23 destinati a soggetti portatori di handicap. I moduli saranno realizzati su un terreno adiacente alla sede principale della nota università marchigiana. "Sono costruzioni antisismiche destinate a durare nel tempo, non una soluzione provvisoria. E faremo di tutto perché siano pronte già da questo autunno, per garantire il fondamentale sostegno agli studenti in concomitanza con il nuovo anno accademico", ha ricordato Kompatscher. Il costo complessivo preventivato è di circa 9,4 milioni di euro.
L’intervento, come detto, sarà realizzato interamente dall’Euregio: la Provincia di Bolzano e la Provincia di Trento assicurano un apporto finanziario di circa 4,5 milioni di euro ciascuna, il Land Tirolo compartecipa all’intervento con 333mila euro. Lo schema di convenzione sarà firmato a breve dal presidente Kompatscher, e da Ugo Rossi, dal sindaco e dal rettore dell’Università di Camerino. L’Università di Camerino ha già deliberato di procedere a proprie spese all’esecuzione delle opere necessarie per la preparazione dell’area di cantiere e la formazione dei terrazzamenti sui quali saranno realizzate le strutture prefabbricate secondo gli standard di competenza, efficienza energetica e qualità dell'area alpina.
