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Birre acide da lavorazioni antiche: torna Robe da chiodi, il festival delle fermentazioni sperimentali tra schiuma, vino e sidro
Terza edizione per l'iniziativa ideata dal birrificio Klanbarrique, un'eccellenza italiana che nasce dall'eccentrica collaborazione tra il birraio Agostino Arioli del Birrificio Italiano con i due enologi trentini Matteo Marzari e Andrea Moser

ROVERETO. Quando un birraio incontra due enologi il risultato non può che essere sorprendente. In un mondo, quello dei birrifici artigianali, che negli ultimi due decenni ha visto nascere centinaia di realtà diverse, la volontà di Klanbarrique, birrificio roveretano promotore del festival 'Robe da chiodi', è quello di distinguersi proponendo gusti che si allontanano da quello che è canonico.
Si pensi a birre fermentate in barrique, magari barrique che hanno sfornato whiskey e cherry. Il risultato non sarà mai quello a cui i palati odierni sono abituati, ma sicuramente un gusto nuovo che vale la pena provare. L'occasione per assaggiare questi prodotti sarà venerdì 6 e sabato 7 luglio alla sede di Klanbarrique, l'Opificio delle idee, in località Sega di Trambileno.
Klanbarrique è l'evocativo nome del birrificio roveretano nato dall'incontro tra il birraio Agostino Arioli, fondatore del Birrificio Italiano, e gli enologi trentini Matteo Marzari e Andrea Moser, rispettivamente della Cantina de Tarczal e di Kellerei Kaltern sul lago di Caldaro. "La lavorazione delle nostre birre – spiega Michele Lunelli dell'organizzazione – ha a che fare con l'apparato enologico". Il birraio ha messo la sua esperienza, mentre i due enologi hanno avuto l'occasione di sperimentare sulla birra tecniche che in cantina non vengono utilizzate, liberando l'immaginazione. Il risultato? Birre che si discostano dalla norma, che spesso risultano con un'acidità più spiccata, frutto della fermentazione in barrique e di lavorazioni più "antiche".
"Il festival 'Robe da chiodi '– continua Lunelli – nasce perché siamo un'entità particolare, possiamo dire di nicchia. In Italia sono davvero poche le realtà come la nostra". E l'obiettivo è quello di far provare un prodotto innovativo ad un pubblico sempre più ampio che si vuole affacciare ad un'esperienza diversa.
Un festival nel quale in primo piano si trovano tutte le bevande fermentate. Accanto alle birre, sarà possibile incontrare produttori di sidro di mele e altri frutti, idromele e un comparto dedicato ai vini, come spumanti col fondo, vini naturali e fermentati in anfora. A contorno dell'iniziativa, che nelle precedenti edizioni ha accolto un migliaio di persone, tanta musica in collaborazione con l'associazione Baba e Babarum e laboratori tenuti da esperti. Novità nello spazio concesso quest'anno ai Vignaioli del Trentino, rappresentati da cinque cantine.