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L'Ensemble trentino Ad Maiora canta al Duomo di Firenze con il maestro Arnoldo. Una tappa del progetto ''La Via della Croce''
Nuova produzione per il Festival di Musica Sacra, in collaborazione con la Cappella Musicale del Duomo di Firenze
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TRENTO. Seconda tappa del progetto “La Via della Croce”, programmato dal Festival regionale di musica sacra nell’ambito delle manifestazioni per il cinquantesimo dalla fondazione, sostenuto da Fondazione Caritro e in collaborazione con la società Filarmonica di Trento.
L’enigmatica partitura della Via Crucis di Liszt sarà oggetto della produzione musicale proposta dal Festival nel fine settimana, in tre serate musicali: venerdì 24 alle ore 20.30 a Trento nella Sala della società Filarmonica di via Verdi, sabato 25 alle 17.30 all’Auditorium del Conservatorio Monteverdi di Bolzano e, infine domenica 26 settembre alle 19.30 nella Cappella della Croce del Duomo di Firenze. Grazie alla collaborazione con l’Opera di S. Maria del Fiore (l’antichissima Fabbriceria della Cattedrale di Firenze fondata nel 1296), l’ensemble vocale Ad Maiora canterà insieme alla Cappella musicale della Cattedrale fiorentina, accompagnati al pianoforte da Lucrezia Slomp e Claudio Trovajoli e dalla voce recitante di Chiara Turrini.
Della partitura lisztiana, di cui esistono varie versioni dello stesso autore, si è scelta la destinazione di soli, coro e pianoforte a 4 mani, impegnando quindi accanto alle già citate formazioni corali ed ai due solisti al piano, le voci del mezzosoprano Patrizia Scivoletto e del baritono Claudio Mugnaini mentre alla bacchetta si alterneranno Michele Manganelli direttore della Cappella fiorentina Alessandro Arnoldo direttore dell’Ensemble Ad Maiora.
Il dramma del Calvario, descritto nel 1879 da Liszt con un linguaggio non solo dimentico di qualsiasi intenzione spettacolarmente virtuosistica, asciutto e scarno nella dimensione melodica, quanto armonicamente avveniristico, la cui modernità non mancò all’epoca di lasciare interdetto lo stesso “modernista” Wagner, verrà sottolineato dalla recitazione dei testi di Alda Merini scelti dal suo “Poema della Croce”, a conferma di una suggestione spirituale che la via del Calvario esercita oltre il tempo i generi i modi e le mode della cultura occidentale.