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Inail e Inps abbandonano la Provincia sulle riaperture anticipate e lo comunicano a quello che dava della ''babbuina'' all'ex ministra Kyenge

Anche i sindacati sono pronti a sfilarsi e le linee guida su salute e sicurezza per turismo e commercio rischiano di non essere validate dai due istituti. E' la prima volta che succede visto che fino ad adesso hanno partecipato al tavolo della Provincia per garantire la sicurezza dei lavoratori. Ieri hanno scritto al direttore dell'Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro della Pat Cestari, nominato pochi giorni prima dello scoppio della pandemia e salito alla ribalta della cronaca per i post sessisti, omofobi e razzisti fatti in passato su Facebook. Ora moltissimo dipende da lui

Di Luca Pianesi - 09 maggio 2020 - 06:01

TRENTO. Inps e Inail si sfilano e anche i sindacati ora potrebbero lasciare il tavolo visto che le future linee guida su cui sta lavorando la provincia di Trento su salute e sicurezza per turismo e commercio non saranno validate da nessun organo nazionale. La decisione arriva all'indomani dell'impugnazione da parte del ministro Boccia e quindi del Governo della legge provinciale altoatesina adottata nella notte scorsa che, di fatto, riapre tutto. A questo punto Inail e Inps in quanto istituti di carattere nazionale, che sino a ieri hanno partecipato al tavolo della Provincia per garantire la sicurezza dei lavoratori, per esempio sulla decisione di aprire i cantieri in Trentino prima dei tempi previsti dal Dpcm, hanno deciso di alzarsi e di non collaborare al via libera dei settori del turismo, della ristorazione, degli esercizi pubblici e dei negozi al dettaglio che Fugatti vorrebbe anticipare rispetto allo Stato.

 

A seguire la trattativa per la Provincia di Trento in questa delicatissima fase c'è Marcello Cestari nominato direttore dell'Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro della Pat due mesi fa pochi giorni prima dell'inizio dell'epidemia con delibera di Giunta firmata dal presidente Fugatti (con la formula ''per la durata massima di un anno entro il quale sarà preposto un direttore o bandita la procedura di concorso per la copertura del posto''). E proprio in quei giorni era salito alla ribalta della cronaca perché la sua pagina Facebook appariva un ''bestiario'' di vecchi insulti del più basso livello: si andava dal ''merdaccia'' riferito al sindaco di Trento Alessandro Andreatta al ''babbuina'' per l'ex ministra Kyenge c'era il ''celebrolesa'' riservato alla consigliera comunale di Trento Antonia Romano e un bel ''verissimo'' sopra un post aberrante come questo un po' datato, del 2015, ma che ne riassume tanti altri più recenti.

 

 

 

All'epoca erano state chieste le dimissioni di Cestari dalle minoranze in consiglio provinciale ma la Giunta non aveva preso nessun provvedimento e nessuno si era azzardato a chiedere uno straccio di ''scusa'' nemmeno il suddetto dirigente che si è limitato a cancellare il profilo (per un po' di tempo, però, tornato pubblico recentemente). Poi erano arrivati problemi molto più grandi, con l'epidemia che è cresciuta giorno dopo giorno, e l'attenzione si era spostata, giustamente, su questioni importantissime e drammatiche. Ora, però, una delle partite fondamentali per il futuro del Trentino, che riguarda l'economia, la salute e la vita dei cittadini, è giocata proprio dal neo direttore dell'Ufficio sicurezza negli ambienti di lavoro della Pat e l'auspicio è che tale partita venga giocata da vero fuoriclasse (ne abbiamo tutti un enorme bisogno) della professione più che, per citare l'assessore all'istruzione Bisesti, da ''leoncino'' fuoriclasse ''della tastiera''. 

 

 

E il gioco adesso si fa davvero molto duro perché le linee guida su salute e sicurezza per turismo e commercio non saranno validate da Insp e Inail. Con una nota trasmessa alla Provincia ieri mattina i due istituti nazionali hanno comunicato ufficialmente di sospendere la loro partecipazione al Tavolo di coordinamento provinciale salute e sicurezza che ieri pomeriggio è stato convocato proprio per licenziare le misure per la prevenzione di Covid-19 nei settori del turismo, della ristorazione, degli esercizi pubblici e dei negozi al dettaglio.

 

''Mentre si è aperto un conflitto istituzionale tra Roma e Bolzano proprio sulla riapertura di questi settori - scrivono i sindacati compatti - con il Governo che ha impugnato la legge provinciale altoatesina adottata la notte scorsa, la Provincia di Trento sembra intenzionata a fare finta di nulla. Come può la Giunta Fugatti approvare linee guida senza l’avvallo degli enti preposti al controllo delle condizioni di lavoro? Questa decisione rischia di pregiudicare la validità del lavoro fatto fino a questo momento su questi settori. Fino ad oggi non era mai successo che Inps e Inail non partecipassero alla redazione ed approvazione di linee guida di settore. Non si può quindi proseguire come se nulla fosse”, fanno notare Manuela Faggioni, Milena Sega e Alan Tancredi, che rappresentano Cgil Cisl Uil all’interno del Coordinamento.

 

I sindacati quindi sollecitano la Provincia ad intervenire per riportare al tavolo i rappresentanti dei due istituti. “A questo punto è fondamentale che Piazza Dante si adoperi in ogni modo possibile per far rientrare Inail e Inps – insistono -. Senza linee guida condivise dallo Stato attraverso i due istituti rischiamo una impugnazione anche noi da parte del Governo, come sta avvenendo in queste ore alla Provincia di Bolzano. E’ opportuno fermarsi in tempo utile a trovare un terreno condiviso, senza strappi controproducenti”. Cgil Cisl Uil rivendicano il lavoro svolto fino a questo momento al tavolo Covid-19. “Abbiamo partecipato attivamente anche questa mattina, fornendo il nostro contributo concreto nell’obiettivo di tutelare al massimo la salute dei lavoratori – ricordano -. Abbiamo avanzato proposte e critiche, ogni qualvolta lo abbiamo ritenuto opportuno, ma abbiamo fatto la nostra parte responsabilmente senza cedere ad ostruzionismi. Adesso però l’uscita di Inail e Inps pregiudica l’adozione delle linee guida. Stiamo giocando una partita importantissima per garantire una ripartenza in sicurezza, in due comparti particolarmente delicati. Chiediamo alla Provincia di fare ogni sforzo per riportare il tavolo alla sua piena operatività”.

 

In assenza dei due istituti anche i sindacati si considerano impossibilitati a partecipare all’atto finale dell’adozione degli indirizzi. “Lo ripetiamo perché sia ben chiaro - incalzano Faggioni, Sega e Tancredi - e non vogliamo ci siano fraintendimenti: non ci siamo mai sottratti al confronto neppure in questo caso e abbiamo contribuito fino all’ultimo alla definizione delle linee guida che verranno portate al tavolo di coordinamento salute e sicurezza. Ma il nostro lavoro non può essere strumentalizzato al fine di alimentare un controproducente  scontro istituzionale tra Stato e Regioni in un momento tanto delicato per le imprese e i lavoratori. Ora serve tutto tranne questo. Come possono riaprire le aziende se non sanno se le misure che adotteranno saranno riconosciute da Inps e Inail?”. Insomma un gran pasticcio che rischia di penalizzare proprio aziende e lavoratori.

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