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Dal caro bollette al calo del fatturato, il grido di allarme dei gestori delle piscine: ''Siamo disperati, saremo costretti a chiudere le attività''
Lettera aperta sottoscritta da numerosi gestori delle piscine in diverse zone del Trentino che non riescono più ad andare avanti. "Siamo davvero disperati e in mancanza di un intervento urgente saremo costretti a chiudere l’attività. Anche se siamo in piena stagione invernale, anche se abbiamo i corsi avviati e centinaia di abbonati. Agonisti e non, giovani, anziani, neonati, gestanti, infortunati in fase di riabilitazione. Tutti, indistintamente dovranno rimanere a casa"

TRENTO. “Siamo davvero disperati, ci vediamo recapitare fatture relative ai costi di energia elettrica e riscaldamento con importi aumentati del 100% (e in alcuni casi anche più) rispetto allo stesso periodo del 2019 (ultimo anno di riferimento)”. E' questo il grido di allarme che arriva da una lettera che 12 gestori di 18 piscine del Trentino hanno deciso di sottoscrivere e inviare al Presidente della Provincia di Trento e al Consorzio dei Comune.
Una lettera che si è resa necessaria per la drammatica situazione che stanno vivendo molti impianti natatori stretti tra le misure anticovid, una diminuzione degli utenti e allo stesso tempo l'aumento dei costi.
La lettera è firmata dai gestori delle piscine di Cavalese, Rovereto, Avio, Ala, Andalo, Spiazzo, Sal Lorenzo Dorsino, Malé, Predazzo, Primiero San Martino di Castrozza, Pergine Valsugana, Levico Terme, Borgo Valsugana, Castel Ivano, Ronzone, Canazei, Condino.
Una situazione fortemente critica, viene spiegato nella lettera, in cui versano i gestori degli impianti natatori che, dopo il primo lock-down della primavera 2020, il secondo lock down del periodo ottobre 2020 giugno 2021 e le restrizioni introdotte dai provvedimenti governativi, sono strangolati dai rincari sproporzionati dei costi energetici.
“Siamo davvero disperati – spiegano i sottoscrittori della lettera - e in mancanza di un intervento urgente saremo costretti a chiudere l’attività. Anche se siamo in piena stagione invernale, anche se abbiamo i corsi avviati e centinaia di abbonati. Agonisti e non, giovani, anziani, neonati, gestanti, infortunati in fase di riabilitazione. Tutti, indistintamente dovranno rimanere a casa. Oltre al danno economico quindi anche l’aspetto sociale, e l’impatto sulla salute e il benessere dei cittadini già provati da fatti ben noti. Non ultimo l’impatto sull’offerta turistica del Trentino di cui ci sentiamo parte integrante”.
I ristori non sono riusciti a risollevare la situazione. “I ristori che solo una minima parte di noi ha ricevuto fino ad ora, sono stati poco più di un'elemosina. E una piscina che chiude, ahimè è una piscina che difficilmente potrà riaprire. E’una struttura che muore”
La richiesta è che si arrivi quanto prima ad un intervento e che gli impianti non siano dimenticati.
Qui la lettera