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Guerra in Ucraina, l'allarme di Coldiretti: ''Concimi a +170% e gasolio a +129%: tante le aziende a rischio chiusura''. L'Italia e altri 12 Paesi scrivono all'Ue
La richiesta del comparto agricolo è quella di un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell'ambito del Feasr in risposta alla crisi. Barbacovi: "Più di 1 azienda su 10 è in una situazione critica ma 1/3 del totale nazionale si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi"

TRENTO. L'Italia e altri 12 Paesi lanciano un Sos all'Unione europea per l'agricoltura. "E' un allarme condiviso - commenta Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige - più di 1 azienda agricola su 10 è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi".
La richiesta del comparto agricolo è quella di un sostegno temporaneo eccezionale da attivare nell'ambito dello sviluppo rurale Feasr in risposta alla crisi e all'impatto sui sistemi di produzione agricola e sulla sicurezza alimentare. Diversi settori sono in difficoltà. Alle criticità innescate dall'emergenza Covid, il comparto economico è alle prese anche con il caro energia, l'aumento del prezzo del carburante e le incertezze legate alla guerra in Ucraina
"Nelle campagne - evidenzia Barbacovi - si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio". Il documento inviato al Consiglio "Agricoltura e pesca" dell'Ue è stato condiviso da Bulgaria, Croazia, Cipro, Grecia, Italia, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
Nel documento comune, i tredici Stati membri – sottolinea la Coldiretti - mettono in evidenza la situazione senza precedenti che si protrae da due anni a causa del Covid e dell’invasione russa dell'Ucraina che ha destabilizzato i mercati a danno degli agricoltori europei e delle filiere di approvvigionamento creando problemi di liquidità in tutti i settori, dall'agricoltura all'industria alimentare.
La misura dovrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare i fondi disponibili nell'ambito dei loro programmi di sviluppo rurale esistenti per il periodo 2021/2022 al fine di sostenere gli agricoltori e le Pmi particolarmente colpiti dalla crisi secondo la logica e il meccanismo della misura straordinaria per lo sviluppo rurale Covid adottata nel giugno 2020. Inoltre – continua Coldiretti - gli Stati membri invitano la Commissione europea a vagliare ulteriori possibilità di ulteriori flessibilità nell'ambito dell'attuale quadro del Feasr.
A essere più penalizzati con i maggiori incrementi percentuali dei costi correnti – continua la Coldiretti – sono proprio le coltivazioni di cereali, dal grano al mais, che servono al Paese a causa dell’esplosione della spesa di gasolio, concimi e sementi e l’incertezza sui prezzi di vendita con le quotazioni in balia delle speculazioni di mercato. In difficoltà serre e vivai per la produzione di piante, fiori, ma anche verdura e ortaggi seguiti dalle stalle da latte.
Il momento è molto delicato, come spiegato a Il Dolomiti dal Pastificio Felicetti (Qui articolo). Inoltre l’aumento dei prezzi di grano e dei fertilizzanti potrebbe peggiorare la crisi alimentare globale. “La proposta è importante per semplificare l’erogazione dei fondi comunitari alle imprese in un momento di grande emergenza ma a livello comunitario servono più coraggio e risorse per migliorare la sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi”, conclude Barbacovi.