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Malga da 45 ettari e cascina affittate dal Comune a soli 350 euro all’anno, Degasperi: “Nel paese vicino un pascolo simile costa quasi 10 volte tanto”

A Carisolo una malga è stata assegnata senza gara per soli 350 euro all’anno, ma nel Comune vicino il prezzo per un pascolo simile è quasi 10 volte tanto. Clima infuocato in attesa dell’incontro organizzato a Pinzolo dall’Unione allevatori val Rendena. Le perplessità di Degasperi e la replica del sindaco: “Polemiche che lasciano il tempo che trovano”

Di Tiziano Grottolo - 19 settembre 2021 - 12:24

CARISOLO. Da tempo in Trentino si sta consumando uno scontro per il controllo delle malghe. Lo scorso giugno l’Unione allevatori val Rendena aveva inscenato una clamorosa protesta, scegliendo di non partecipare alla tradizionale “Giovenche di razza Rendena 2021”, manifestazione zootecnica tra le più seguite dell’arco alpino. Una protesta contro quella che è stata definita “la mafia delle malghe” che, secondo l’Unione allevatori val Rendena, sfruttando i cavilli delle norme che regolamentano l’utilizzo dei fondi europei destinati all’agricoltura sta trasformando il Trentino in una sorta di “paradiso fiscale” per investitori senza scrupoli.

 

Detto questo lo scontro fra allevatori e gestori delle malghe (figure che talvolta coincidono) prosegue. Proprio oggi, a Pinzolo (alle 20), si terrà un incontro dal titolo: “La gestione delle malghe e degli alpeggi in Trentino, tra opportunità e criticità”. Fra gli organizzatori dell’evento c’è pure l’Unione allevatori val Rendena. Difficile pensare a una coincidenza se pochi giorni prima di questo incontro viene stata depositata un’interrogazione che chiama in causa direttamente Manuel Cosi, presidente dell’Unione allevatori val Rendena e Mauro Povinelli consigliere comunale Carisolo.

 

Ma andiamo con ordine. “Considerate le polemiche che hanno interessato il territorio della Val Rendena – scrive Filippo Degasperi, il consigliere provinciale che ha depositato l’interrogazione – riguardo ai dubbi sulla regolarità delle assegnazioni delle malghe in valle, sollevate soprattutto dal presidente dell’Associazione allevatori Rendena ed esternate pubblicamente anche a mezzo stampa, si ritiene necessario verificare la fondatezza delle segnalazioni circa possibili disparità rispetto al canone di concessione annuo a carico dei concessionari sopracitati”.

 

Come riporta il consigliere di Onda Civica, tramite una delibera della Giunta comunale di Carisolo, il pascolo di malga Ploze (compresa la cascina che sorge in località Cornisello) è stato concesso in uso all’azienda agricola “La Stria Di Bò”​ di Carisolo. “L’azienda agricola in questione – sottolinea Degasperi – risulterebbe proprietà di un consigliere comunale (Mauro Povinelli ndr), delegato del Parco Naturale Adamello Brenta nonché parente del primo cittadino”.

 

Sempre stando a quanto riportato dal consigliere provinciale, la concessione diretta senza gara di malga Ploze prevede nei primi 5 anni un canone annuo di 350 euro mentre nei successivi 5 anni il canone viene ritoccato a 352 euro, per una superficie pascoliva di 45 ettari, compresi di malga e cascina per l’alloggio. Calcolatrice alla mano, Degasperi fa i conti in tasca a Povinelli: “Ciò si traduce in un costo complessivo per ettaro di circa 8 euro a fronte di premi e contributi, assicurati proprio dall’affitto della malga, per un valore tra i 20 e i 30mila euro l’anno”. Insomma una concessione che evidentemente desta qualche perplessità nel consigliere di Onda Civica anche perché nella stessa delibera della Giunta comunale di Carisolo, il canone sarebbe stato definito “equo e congruo”.

 

Non solo, infatti Degasperi a sostegno delle sue perplessità porta anche un esempio che questa volta chiama in causa il presidente dell’Unione allevatori val Rendena, Manuel Cosi. “Il canone annuo pagato nel territorio confinante dall’altra azienda agricola, ‘​Fattoria Antica Rendena’, per la concessione di malga Valina D’Amola nel Comune di Giustino, avvenuta in seguito a gara pubblica è pari a 3.100 euro l’anno per una superficie dalle medesime caratteristiche di pascolo e altitudine, ma con estensione notevolmente minore, circa 30 ettari”. In altre parole due malghe simili, che si trovano a pochi chilometri di distanza, sono state affittate a un canone molto diverso.

 

Per questo il consigliere di Onda Civica vuole vederci chiaro e ha deciso di interrogare il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, per conoscere “le ragioni che giustificano la disparità di trattamento” e “le verifiche che intende porre in essere per appurare la regolarità delle procedure di assegnazione anche dal punto di vista di un potenziale conflitto di interesse”.

 

Dal canto il sindaco di Carisolo Arturo Povinelli ci tiene a fare delle precisazioni. “Ho ben poco da commentare, non lo scopro io che ci sono delle lotte fra allevatori. Ci sono persone che hanno scelto di combattere certe speculazioni e per questo si espongono più di altre. Il mio consigliere si è esposto e queste sono le conseguenze”. Il primo cittadino rimarca anche un’altra questione, quando venne assegnato il pascolo di malga Ploze era il 2017 e Mauro Povinelli al tempo non era ancora entrato in Consiglio comunale. La nomina per l’appunto arriverà solo con le ultime elezioni, nel 2020.

 

E sulla parentela? Com’è risaputo in Trentino, soprattutto nei piccoli paesi, non è raro incontrare persone con lo stesso cognome. Carisolo in questo senso fa eccezione. Ho una quarantina di primi cugini – dice il sindaco – fate voi i conti. Ognuno sceglie di fare politica come meglio crede ma nell’interrogazione ci sono delle imprecisioni”. In particolare le cifre relative ai contributi ottenibili da malga Ploze sarebbero inferiori a quelle indicate da Degasperi. “Questo pascolo è praticamente una pietraia, noi non siamo in Pianura Padana dove si può praticare un’agricoltura industrializzata. Per pascolare in quota bisogna avere grande passione, per questo credo che queste polemiche lascino il tempo che trovano”.

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