Il Patt replica a Urzì e Gottardi: ''In vista delle provinciali nessuna apertura a Fratelli d'Italia''
In un comunicato stampa senza firma ma intestato Patt si ribadisce il ''no'' al partito di Giorgia Meloni anche se dopo l'alleanza stretta con Progetto trentino (del braccio destro di Fugatti, il vicepresidente Tonina) la strada pare segnata. Poi un attacco poco coraggioso a ''un consigliere provinciale del Patt'' che nella testa di chi scrive (ma non sappiamo chi è) deve essere evidente chi sia ma che dato in pasto alla stampa in questo modo alimenta sospetti e ambiguità

TRENTO. ''In vista del 2023 non vi è alcuna apertura nei confronti di Fratelli d'Italia. Con buona pace di chi vorrebbe spingere a questo avvicinamento per legittimare le sue scelte ideologiche che di autonomista non hanno nulla''. Si chiude così un comunicato stampa, non firmato, intitolato ''Posizionamento Patt'' arrivato dal Partito autonomista trentino tirolese che vuole intervenire, così, su quanto emerso in questi giorni a livello politico. Un Gottardi che ha ''chiamato il Patt'' invitandolo al ''tavolo della destra'' (dopo che si è già seduto fisicamente al tavolo del ristorante, per una ormai famigerata ''pizzata'', proprio con il centrodestra di governo incontrando dallo stesso Gottardi a Kaswalder, da Grisenti a Galvan e Tarolli).
Diciamo ''destra'' perché, come nel resto del Paese, è sempre più chiaro anche in Trentino che il peso di quella che un tempo era l'alleanza di centrodestra oggi ha un asse spostato sempre meno di centro con i voti ''veri'' che sono in dote a Fratelli d'Italia, in seconda battuta alla Lega e poi a tutti gli altri. E così dopo che il Patt ha già scelto di candidarsi alle elezioni nazionali con un blocco importante della maggioranza di governo provinciale leghista, quel Progetto trentino di Silvano Grisenti e della massima espressione della maggioranza fugattiana, il braccio destro del presidente, il vicepresidente Tonina, in chiave provinciali 2023 pare ''obbligato'' l'abbraccio al partito di Giorgia Meloni. Per Lega & co, infatti provare ad andare a elezioni senza Fratelli d'Italia significherebbe rinunciare a un venti e passa percento di voti che si tradurrebbe in sconfitta ancor prima di cominciare.
Il Patt, a quel punto dovrebbe scegliere: o di qua o di là ma certo l'accordo con Progetto trentino delle ultime settimane rischia di aver bruciato una buona dose di credibilità verso il centrosinistra. Resta accettare il consiglio di Gottardi (''Le Stelle alpine possono trovare una convergenza con Fratelli d'Italia: la reciproca conoscenza può appianare le diffidenze'') e l'apertura di Urzì (''Qualche spiraglio di dialogo dal Patt, anche se timido. Noi non siamo permalosi: si parli di temi nel rispetto delle reciproche differenze'') oppure la terza via, quella tenuta alle nazionali, correre da ''soli'' (o più o meno) che di fatto si è tradotta in ''insabbiare'' i voti dei propri elettori. Nel caso delle politiche si è trattato di fatto, di un voto non voto, del quale non rimarrà traccia alcuna né in Parlamento né altrove. Un successo per qualcuno, un insuccesso per altri ma il risultato resta quello di non aver eletto nessuno e non essere stati determinanti in niente.
Alle provinciali questa strategia potrebbe servire a portare ''dentro'' qualche consigliere ma per fare cosa? E, soprattutto, con chi? Insomma non c'è troppo da capire, ci sarebbe da scegliere. Oggi, comunque, il Partito interviene, ipotizziamo con il suo segretario Marchiori, anche se come dicevamo il testo non è firmato, per ribadire quel ''mai con Fratelli d'Italia'' che è sembrata l'unica linea politica portata avanti sino ad oggi dallo stesso segretario. L'altra notizia politica del comunicato è l'attacco, non certo coraggioso e decisamente poco elegante, a ''un consigliere provinciale del Patt'' quindi a una delle figure di punta del stesso partito di chi scrive. Una frase data ''in pasto'' alla stampa senza trovare il coraggio di fare nomi e cognomi e che si inserisce perfettamente nel solco dell'ambiguità che da qualche mese caratterizza la linea delle Stelle Alpine.
Ora, i consiglieri del Patt sono tre: una è Paola Demagri ma, nel comunicato si usa il maschile quindi va esclusa. I ''candidati'' alla ''gogna'' restano i due uomini, Dallapiccola e Ossanna. Il primo ha sempre fatto un'opposizione chiara, assieme proprio a Demagri, alla maggioranza leghista in consiglio provinciale. Il secondo, invece, è sempre stato molto vicino alla maggioranza leghista e recentemente il giornale altoatesino Dolomiten lo ha intervistato in un articolo dal titolo: "Cercare il dialogo con Meloni". A questo punto non si sa chi dei due sia il ''colpevole'' che ''dipinge - si legge nel testo - un Partito Autonomista già approdato nell'area del centrodestra con accordi già scritti con Fratelli d'Italia''. Come non si sa chi scrive il testo qui sotto. Tanti misteri per un partito che ha tanto da chiarire, prima di tutto al suo interno.