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Sposa bambina a 12 anni, in Trentino la drammatica vicenda. Interviene il vicepresidente del Senato, Centinaio: "Non ci possono essere giustificazioni culturali"
Ad intervenire anche le parlamentari trentine Vanessa Cattoi e Elena Testor: "Non è tollerabile che l’attaccamento ai valori di una comunità prevalgano sulle leggi del nostro Paese”

TRENTO. “Stiamo valutando un'azione parlamentare che aiuti a fare chiarezza sulla vicenda trentina e a far emergere con evidenza che i matrimoni forzati, soprattutto quando coinvolgono minori, rappresentano una pratica che non ammette giustificazioni culturali". Usa queste parole il vicepresidente del Senato ed esponente della Lega Salvini Gian Marco Centinaio in merito alla triste vicenda avvenuta in Trentino. Una bambina di soli 12 anni di origine serba è stata venduta da suo padre ad una famiglia kosovara residente in Valsugana (QUI L'ARTICOLO).
Qui il suo destino era già segnato con un marito imposto e con il quale era stata costretta anche ad avere dei rapporti sessuali. Nelle scorse ore è arrivata la sentenza del Tribunale di Trento che, considerando anche il contesto socio – culturale aveva portato ad un patteggiamento di due anni di reclusione per il marito e per i suoceri uil pagamento di 6700 euro ognuno e sei mesi di reclusione.
La bambina a 13 anni è rimasta incinta ed ora che di anni ne ha 16 sta crescendo il proprio figlio in una struttura protetta. La sentenza del tribunale di Trento ha lasciato “perplesso” l'esponente leghista.
“Chi conosce bene questo fenomeno sa che è proprio il contesto culturale della famiglia l'ostacolo principale per combattere i matrimoni forzati. Altro che attenuante, quindi, la cultura di origine è proprio l'elemento fondante del reato" ha spiegato. “Fin quando alcune comunità, anziché integrarsi, pretenderanno di far prevalere la legge morale sul diritto riconosciuto in Italia, i problemi sociali e di sicurezza legati all'immigrazione non faranno altro che aggravarsi” ha concluso il vicepresidente Centinaio.
Ad intervenire anche le parlamentari trentine della Lega Vanessa Cattoi e Elena Testor. “La triste vicenda della Valsugana, dove una ragazzina di 12 anni è stata ceduta ad una famiglia e promessa in sposa al figlio già maggiorenne, si chiude oggi con un patteggiamento che riconoscerebbe tra le attenuanti le abitudini culturali. Una sentenza che facciamo davvero fatica a comprendere. Siamo convinti che il fenomeno delle ‘Spose bambine’ vada fortemente contrastato all’interno del contesto familiare. Stiamo parlando di giovani donne private dei loro diritti, date in sposa senza che abbiano la possibilità di opporsi in alcun modo. Non è tollerabile che l’attaccamento ai valori di una comunità prevalgano sulle leggi del nostro Paese”.