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Da Graham Nash a Still & Young, dall'omaggio a Battisti a quello per Pasolini, svelati i Suoni delle Dolomiti
Venticinque appuntamenti in luglio e agosto tra le montagne trentine per coniugare musica e paesaggi mozzafiato. Quest’anno entra in scena anche ArteSella con uno spettacolo sulla Grande Guerra. Melodie tra sperimentazione, ritmi e performances tutte da vivere

TRENTO. Riappropriarsi dello spazio dolomitico, non solo dei suoi panorami, per coniugare musica e habitat, tra rocce ardite e melodie coinvolgenti. I Suoni delle Dolomiti 2018, l’ulteriore dimostrazione di come il turismo trentino estivo sia contemporaneamente ecosostenibile e coinvolgente. Grazie a una kermesse unica, giunta alla sua 24esima edizione. Al Muse la presentazione. Tra suoni, pizze gourmet e TrentoDoc.
Lassù, sulle Dolomiti, per udire suoni che hanno del magico, proprio come le montagne che saranno il palcoscenico dei 25 appuntamenti in calendario tra luglio e agosto negli ‘auditorium in quota’ più belle al mondo. Concerti tra rock, jazz, le partiture della classica, ma anche musiche zigane e i timbri ritmici della canzone d’autore, senza neppure tralasciare certi lamenti fonetici scaturiti tra le trincee della Grande Guerra (Qui programma completo).
Linguaggi musicali diversi, per distinguersi, condividendo però i suoni in alta quota. Nella sala del Muse, trasformata in una suggestiva ‘palestra alpina’, tra mega schermi multimediali, le bollicine di TrentoDoc e tranci di pizza gourmet sfornati dal giovane Albert Pagliani – pizze rigorosamente a base di leccornie dolomitiche, dal ‘radic de l’ors’ al miele Thun di rododendro – i responsabili di Trentino Marketing hanno suggerito i temi principali dell’imminente kermesse.
Che sarà aperta da Graham Nash, mitico componente del Crosby, Still & Young, gruppo pop degli Anni ’70, tuttora presente nella memoria musicale non solo degli ‘ex-giovani’. A lui il compito di aprire ‘I Suoni’, al Rifugio Micheluzzi, tra il Sassolungo. Musicista pop scelto non per caso.
Lo ha subito ribadito Mario Brunello, violoncellista sopraffino, direttore artistico della rassegna. Che – dopo una sua splendida esecuzione di una essenziale ‘Ciaccona’ di Bach – ha spiegato il fitto calendario d’appuntamenti.
"Le Dolomiti - spiega il violoncellista - sono una composizione assoluta e la musica diventa il respiro stesso della montagna. Da rispettare, da godere nel loro insieme, lo spazio, il silenzio, il talento dei musicisti, l’entusiasmo di quanti salgono in quota per condividere emozioni". Melodie tra sperimentazione, ritmi e performances tutte da vivere.
Ci saranno jazzisti (Paolo Fresu è uno dei più assidui suonatori dolomitici) ma anche tanti ensemble di musica classica e sperimentale. Impossibile elencarli tutti, ma citazione doverosa per Gidon Kremer – violinista vincitore dei più prestigiosi Concorsi, Paganini compreso.
Contaminazioni musicali, condivisioni artistiche. Ci sarà l’omaggio a Lucio Battisti, ma pure la musicalità delle poesie di Pier Paolo Pasolini. Sempre con la musica itinerante, per forgiare – aggiunge Mario Brunello – la figura di un ‘montanar musicista autenticamente dolomitico’.
I Suoni daranno vita a numerosi trekking, con la supervisione delle Guide Alpine e il supporto di tutte le Apt d'ambito del Trentino. "Non abbiamo voluto attirare la ressa degli appassionati proponendo facili concertini, ma eventi mirati a un pubblico attento, curioso, deciso a giungere tra le montagne per omaggiare la naturalità stessa dei luoghi", sottolinea Chiara Bassetti, da anni curatrice di questa rassegna, pensata a suo tempo da Paolo Manfrini e rilanciata da Maurizio Rossini e tutto lo staff di Trentino Marketing e Assessorato provinciale del Turismo.
Claudio Bassetti, presidente della Sat, evidenzia invece come la rassegna presentata al Muse sia decisiva per educare alla cultura della montagna. Ribadendo come le rocce dolomitiche diventino "uno spartito inciso verso il cielo".
Quest’anno entra in scena anche ArteSella, con uno spettacolo sulla Grande Guerra. Ci sarà Giovanni Sollima, il violoncellista che nei mesi scorsi ha suonato con uno strepitoso ‘strumento di ghiaccio’, che con Neri Marcorè e altri artisti renderanno omaggio a quanti sono caduti, cento anni fa, sul fronte italo asburgico. In un Teatro della Pace.
Tanti suoni. Senza confusione. Suoni delle Dolomiti che ancora una volta cercano di essere mitici.