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I 100 anni dalla divisione dal Tirolo e la grande manifestazione dell'Asar del '47 ricordati a Mori

All'evento era presente - accanto al sindaco di Mori Barozzi e al Landeskommandant, Enzo Cestari - anche il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che è intervenuto ricordando ''l’importanza di recuperare le nostre radici, non in termini nostalgici, ma perché essere consapevoli del nostro passato ci rende più forti per affrontare il futuro e le sfide che ci pone, sfide sempre più impegnative''

Pubblicato il - 03 luglio 2022 - 20:06

MORI. I 100 anni dalla divisione del Tirolo sono stati ricordati domenica 3 luglio, dopo due anni di stop forzato causa pandemia, a Mori con la cerimonia organizzata dalla compagnia destra Adige degli Schützen. All'evento era presente - accanto al sindaco di Mori Barozzi e al Landeskommandant, Enzo Cestari - anche il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che è intervenuto ricordando ''l’importanza di recuperare le nostre radici, non in termini nostalgici, ma perché essere consapevoli del nostro passato ci rende più forti per affrontare il futuro e le sfide che ci pone, sfide sempre più impegnative. In questo senso va letta anche l'esperienza dell'Euregio di cui il Trentino è al momento alla guida e per la quale stiamo investendo con progetti ma anche in promozione, come la recente inaugurazione della sede di Casa Moggioli a Trento ricorda''.

 

Dopo il ritrovo delle compagnie in largo Villanuova l'evento è entrato nel vivo con la sfilata per le vie del paese e l'accompagnamento musicale delle Musikkappellen Faedo e Mori. Al termine della celebrazione della Santa Messa in piazza Cal di Ponte sono intervenute le autorità e successivamente è stata scoperta una targa commemorativa dedicata non solo al centenario della separazione (1920-2020) ma anche ai fatti avvenuti a Mori nel 1947 quando una grande manifestazione organizzata dall’Asar per rivendicare l’autonomia si è trasformata in un momento di grande tensione con scontri e feriti.

I fatti sono stati riportati alla luce grazie ad una serie di approfondimenti che rientrano nel solco delle attività sostenute dalla Provincia e dalla Fondazione museo storico per il recupero della nostra memoria e della quale fanno parte anche le iniziative dedicate ad Andreas Hofer.

 

In questo senso il ricordo di quanto avvenuto in quella data arriva da Cristiano Moiola che ha partecipato alla cerimonia ed è consigliere comunale del Patt:

 

 

Il 21 settembre 1947 l’ASAR – movimento che era nato nell’estate del 1945 a Trento e che già raccoglieva oltre 100.000 iscritti in tutte le valli trentine, rivendicando “l’autonomia regionale integrale da Ala al Brennero, dentro l’Italia repubblicana” – decise di organizzare a Mori un incontro popolare attraverso il quale si voleva rinsaldare l’alleanza con la Südtiroler Volkspartei (SVP), il partito di maggioranza sudtirolese, nella fase delicata di definizione a Roma degli Statuti per le Regioni autonome.

 

In un clima di grande tensione – non dimentichiamo che il nazionalismo era ancora molto forte e idee come “autonomia” o “federalismo”, benché ampiamente desiderate dalla popolazione locale, erano guardate con un certo sospetto – le grandi potenzialità, anche politiche, della giornata del 21 settembre vennero vanificate da episodi allarmanti, in cui le forze di polizia ebbero un ruolo di primo piano.

 

Nella notte antecedente a Mori erano comparse sia scritte inneggianti all’Italia, sia scritte a carattere separatista o hitleriano. Benchè in apparenza contrapposte, parevano essere state effettuate dalle medesime persone.

 

La situazione non cambiò il giorno della manifestazione: nel corteo autorizzato, a cui aveva preso parte anche la banda di Termeno in abito tipico, venne esposta la bandiera tirolese. Questo scatenò le forze dell’ordine che sorvegliavano l’evolversi del pacifico evento: la bandiera venne sequestrata e, nonostante l’intervento di Valentino Chiocchetti, fu arrestato un manifestante.

 

Malgrado il trambusto, gli asarini continuarono con la manifestazione: Toni Ebner, in rappresentanza della SVP, dichiarò dinnanzi al pubblico di aver «già avuto un’altra volta l’onore di rappresentare il popolo sudtirolese ad un raduno di asarini a Trento. Anche quella volta la bandiera tirolese c’era, vi erano 20 mila persone e la bandiera non la levarono». Le parole di Ebner furono interrotte dal lungo applauso degli astanti. «Questi applausi», concluse il futuro deputato sudtirolese, «non sono rivolti a me come persona, ma al popolo tirolese e sono una garanzia della volontà di collaborazione.»

 

Nei giorni successivi gli esponenti di spicco del Movimento vennero perquisiti e arrestati e solo nel 1978 Chiocchetti, commentando gli eventi di Mori ebbe a dichiarare: «Nel momento in cui accadevano quei fatti il movimento asarino era assalito da tutte le parti: la stampa ne calunniava gli scopi, i partiti lo insidiavano per ragioni evidenti, alcuni dei suoi capi erano già stati messi a tacere, in quell’aurora di democrazia… Stava per fallire non un grande movimento, ma una grande idea: quella della comprensione supernazionale».

 

I “fatti di Mori” e un’ulteriore serie complessa di azioni e operazioni politiche e giudiziarie tentarono in ogni modo di minare le relazioni tra gli autonomisti trentini e quelli sudtirolesi per favorire una implosione di questo grande movimento politico, autonomista e trasversale, che fu l’ASAR.

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