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Crac Bari, i galletti falliscono e il ritiro in Trentino è già finito
I pugliesi erano sull'Altopiano di Pinè da cinque giorni. A Ronzone c'è invece il Foggia sotto inchiesta per i pagamenti in nero e la provenienza dei soldi. Il ChievoVerona, che ha svolto la preparazione a Pejo, rischia la retrocessione per plusvalenze fittizie. L'Apt Valle di Cembra e Altopiano di Pinè: "Eravamo preparati, non ci abbiamo rimesso nulla"

TRENTO. Salta il banco, il ritiro del Bari in quel dell'Altopiano di Pinè è già finito. La preparazione dei biancorossi è durata appena cinque giorni, troppi debiti e poco tempo.
"E' una vicenda - spiega Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino Marketing - che fa più rumore perché riguarda una società di calcio. Ma sono situazioni che possono accadere in queste operazioni. Se succede per un tour operator rimane tra gli addetti ai lavori, ma se capita ad una squadra ovviamente la visibilità è maggiore. Ci sono comunque tutele e attenzioni, soprattutto quando si stringono accordi con sodalizi di seconda fascia".
L'ultima speranza si è spenta quando la trattativa con la cordata italo-inglese per ricapitalizzare i conti del Bari è fallita. I pugliesi non si iscrivono così al campionato di serie B e dicono, momentaneamente, addio al calcio professionistico dopo 110 anni di storia.
"Ci siamo tutelati anticipatamente - commenta Luca De Carli, presidente dell'Apt Valle di Cembra e Altopiano di Piné - in quanto a conoscenza della situazione societaria. Abbiamo preparato una exit-strategy, quindi a livello di territorio non abbiamo perso nulla. Umanamente spiace per la società e per le persone, che ieri si sono messe a piangere, ma siamo pronti a proseguire le nostre attività".
Gli investitori interessati all'acquisizione societaria hanno fatto un passo indietro, non c'è tempo per regolarizzare i pagamenti, eseguire una due-diligence dettagliata e approfondita per completare l'iscrizione alla seconda serie per ripartire probabilmente in D.
"Prima di organizzare il ritiro - dice il numero uno dell'Azienda per il turismo - abbiamo effettuato tutte le valutazioni del caso e abbiamo seguito l'evoluzione del Bari. Quando sono arrivati in ritiro e l'ipotesi era il passaggio di proprietà abbiamo sperato di poter proseguire il ritiro, ma lo stop è arrivato comunque. Anche per questo l'impegno dell'Apt era molto diverso, rispetto a quanto viene proposto per Venezia e Padova".
La conseguenza è il fallimento e i calciatori nel giro di pochi giorni saranno svincolati. Gli effetti arrivano anche in Trentino, tra le conseguenze la fine anticipata del ritiro programmato dal 12 al 29 luglio.
"Come territorio - aggiunge il presidente dell'Apt - abbiamo già perfezionato il piano B per quanto riguarda i campi. Siamo coperti proprio per le attente analisi preventive. Non ci abbiamo rimesso nulla".
Il Bari è salito in Trentino per il terzo anno consecutivo, nonostante le turbolenze delle ultime estati, già nel 2016 il club era coinvolto in tre atti giudiziari tra Bari, Roma e Milano, come riporta il quotidiano Repubblica del 22 giugno 2016.
"Il progetto era interessante - spiega De Carli - il Bari in serie B porta 30 mila persone allo stadio. La massima serie sarebbe stata un'ulteriore crescita per la visibilità del territorio, che in questo periodo non avrebbe bisogno dei ritiri. Le partnership di marketing permettono però di accresce il brand. Inoltre si aggiungono tante attività, magari non così importanti, che però permettono di implementare periodi più particolari, come l'Academy delle giovanili dei pugliesi in giugno".
A Ronzone c'è invece il Foggia e la situazione societaria desta qualche preoccupazione. I rossoneri, saliti alla ribalta negli anni '90, quelli di Zamanlandia e Beppe Signori, è sotto inchiesta, insieme a 37 tesserati, per le irregolarità riguardati i pagamenti dei propri tesserati che avvenivano regolarmente in nero.
A questo si aggiunge che l’origine di quel denaro non è dichiarato. La procura federale ha richiesto la retrocessione per il club pugliese e la sentenza, in attesa di eventuale ricorso entro fine mese, vede il Foggia partite con 15 punti di penalizzazione nel prossimo torneo cadetto. In appello la procura intende chiedere la retrocessione, i rossoneri a cancellare la penalizzazione.
Nel mirino anche una società di serie A, il ChievoVerona, accusato dalla procura di plusvalenze fittizie per gonfiare il bilancio. I gialloblu si dicono estranei, ma rischiano la retrocessione in serie B.
I clivensi, che hanno svolto la preparazione a Cogolo di Pejo, sono accusati dalla procura federale di aver effettuato scambi di giocatori con il Cesena: le due società si sarebbero scambiati trenta calciatori, da qui si sarebbero generate plusvalenze fittizie per oltre 25 milioni di euro. Il processo è iniziato nel pomeriggio.
Sembra navigare in acque più tranquille il Pisa (Lega Pro) per il terzo anno consecutivo in Valle del Chiese. Dopo qualche anno turbolento culminato nel passaggio di proprietà, la società della Torre dovrebbe aver trovato la solidità necessaria per proseguire la propria attività (Qui articolo).