E' finale, una grandissima Dolomiti Energia stoppa Venezia. Ora Milano
Basket. A dodici mesi di distanza, l'Aquila Basket ritorna in finale per giocarsi lo scudetto. La serie contro Venezia finisce 84-76 e 3-1. Impresa degli uomini di coach Maurizio Buscaglia

TRENTO. E' finale. Un tripudio bianconero e la Reyer abdica. La Dolomiti Energia torna sulla "scena del crimine" a dodici mesi di distanza e scrive un'altra pagina di storia della sua giovane esistenza.
Gara-4 alla Blm Group Arena (fortino ancora inviolato in questi playoff) termina 84-76, i bianconeri chiudono le semifinali 3-1, vendicano il tricolore della passata stagione, si prendono lo scalpo della Reyer Venezia (vincitrice della regular season, successo in Fiba Europe Cup, campione d'Italia in carica) e si preparano per affrontare Milano. Si può continuare a sognare.
Un'Aquila che riesce a sopperire all'assenza di Flaccadori, costretto ai box, e alla serata piuttosto opaca di Sutton, praticamente fuori tema per 40 minuti, ma il capitano Forray ispira, si carica i bianconeri sulla schiena, mentre Hogue, Shields e Silins rimettono in sesto una Dolomiti Energia in difficoltà. La truppa di coach Maurizio Buscaglia si prende la finale di slancio. Una serata da guerrieri.
E' una Gara-4 frenetica e bellissima, psicologica e ovviamente nervosa. Una battaglia, nel corso della quale Trento barcolla, insegue, scivola indietro e poi piazza il colpo del ko, soprattutto nel terzo quarto da 26-16. La trama del match è chiara: la Reyer Venezia è spalle al muro, la Dolomiti Energia è senza paura. Il polso non trema mai. Una prova di forza.
L'Aquila è come l'acqua, si adatta alle circostanze e si infiltra, soprattutto nelle certezze dell'avversario: gli interpreti sono sempre gli stessi, ma l'asso varia sempre, toglie punti di riferimento, sopperisce con apparente nonchalance alle assenze (Gomes in Gara-3 e 4 in Campania, Sutton per espulsione in Gara-2 contro Venezia), sgretola le convinzioni degli uomini della Reyer e poi deborda. E tra Avellino e Venezia il tempismo è perfetto.
L'Umana non può sbagliare. Ora o mai più, vincere per riportare la serie al Taliercio o perdere e lasciare definitivamente questi playoff. E l'avvio degli orogranata è deciso. I lagunari prendono in mano le operazioni: Tonut e Daye provano a scavare un break. I bianconeri però reggono e chiudono avanti il primo quarto sul 25-20.
La Reyer però non ci sta e la seconda frazione è interamente di marca Umana. Gli orogranata premono e piazzano un parziale di 11-0: l'Aquila Basket fatica e finisce fuori giri, ma si ricompatta, il capitano bianconero è onnipresente, Hogue, Gutierrez e Gomes concretizzano e impattano la gara.
I bianconeri però soffrono nuovamente e Venezia scappa. L'Aquila limita i danni, ma gli uomini di Walter De Raffaele chiudono avanti sul 36-41 al riposo lungo.
Il terzo periodo è un'Aquila perfetta. I bianconeri mettono Venezia nell'angolo. La difesa è ermetica, l'attacco concreto. Un parziale di 26-16 che dimostra la caratura e il carattere della Dolomiti Energia, che non vuole tornare in Laguna per Gara-5 e fissa il punteggio sul tabellone: 62-57.
L'ultimo quarto (22-19) si gioca ancora punto a punto, un'intera stagione in dieci minuti. Venezia raccoglie le energie e chiama la rimonta, Trento risponde picche e difende con le unghie il vantaggio. La sirena fa partire la festa e il pubblico trentino applaude sportivamente tutti, anche gli sconfitti per questo ennesimo spettacolo.