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Splendido terzo posto per Eleonora Farina: ''Sette anni fa il downhill mi ha stregata''
Downhill. Un bronzo nel 2015 e un oro nel 2017 ai campionati europei la trentina è una campionessa nella disciplina del downhill, cioè la discesa di percorsi naturali in mountain bike. Un'intervista dal magazine D-Sport (Qui rivista completa)

TRENTO. Eleonora Farina riparte dal terzo posto al iXs Downhill cup all'Abetone. "Sono soddisfatta del risultato - commenta la trentina - conquistano in questo circuito difficile, duro e polveroso. Ora non vedo l'ora di affrontare le prossime gare".
Un bronzo nel 2015 e un oro nel 2017 ai campionati europei. Eleonora Farina, classe 1990, è una campionessa nella disciplina del downhill, cioè la discesa di percorsi naturali in mountain bike.
Dopo il lungo infortunio dell'anno scorso, l'atleta trentina è pronta per tornare in testa alle classifiche. Un'intervista tratta dal magazine de Il Dolomiti, D-Sport (Qui rivista completa).
Partiamo proprio dallo sport: nonostante negli anni abbia preso sempre più piede, il downhill sembra ancora essere un po' di nicchia. Come è avvenuto il tuo avvicinamento a questa disciplina?
Ho sempre praticato numerosi sport, quindi nell'inverno del 2011 alcuni amici mi hanno convinto a provare il downhill. Da allora il mio spirito agonistico ha prevalso: all'inizio ho gareggiato tra gli amatori e piano piano sono riuscita a raggiungere questi livelli.
Sei rimasta stregata dal downhill.
Decisamente sì, "stregata" è il termine adatto: andare nei boschi il fine settimana a sfidarsi e stare tutti insieme all'aria aperta era un'attività molto piacevole. Dal 2015 ho cominciato a partecipare alle gare della coppa del mondo. I risultati sono sempre stati buoni, quindi l'anno scorso il salto di qualità e la mia stagione migliore.
Ancora in molti però considerano il downhill pericoloso.
I tempi sono cambiati, non è più come vent'anni fa, quando si faceva ancora solo per sfida e si attraversavano percorsi difficili: nei bike park sono sempre più diffusi percorsi facili, puliti e del tutto in sicurezza. Infatti il downhill va considerato come tutti gli altri sport: anche lo sci è pericoloso se una persona inesperta si lancia su una pista nera. In questo caso vale lo stesso ragionamento.
Come sta il movimento femminile di questa disciplina?
Sicuramente i numeri parlano chiaro, ma è una situazione abbastanza normale. A oggi sono molti di più gli uomini in gara, però ultimamente noto con piacere che il movimento femminile è sempre più ampio. In coppa del mondo gareggiano 200 uomini e solo 50 donne, ma ormai è solo questione di tempo e la forbice è destinata a ridursi.
Quali sono le avversarie più temibili?
È un ottimo momento per le inglesi, ma anche Myriam Nicole e Rachel Atherton mi sembrano particolarmente in forma. Due anni fa hanno avuto una stagione incredibile, ma adesso ci sono tutte le condizioni per raggiungerle.
In quale percorso ti sei trovata più in difficoltà e in quale più a tuo agio?
In coppa del mondo le linee sono piuttosto varie, dal Bikepark di Leogang, che è tutto artificiale, fino ai boschi della Val di Sole, che invece sono pieni di rocce e di buche. Personalmente il percorso più difficile è stato quello di Fort William in Scozia, che è particolarmente lungo e pieno di elementi impegnativi come rocce o radici. Quando l'ho percorsa, la strada era bagnata e tutti gli atleti si sono trovati in difficoltà: inoltre il lungo viaggio dall'Italia ci aveva un po' indebolito.
Hai accennato prima alla Val di Sole. Un rapporto particolare con queste terre o in generale con il Trentino?
Certo, correre in casa è sempre un'emozione. L'anno scorso mi sono sentita davvero soddisfatta: grazie alla motivazione che mi ha dato il pubblico ho conquistato il quinto posto, tra i migliori piazzamenti della mia carriera. Il percorso poi è unico, immerso nella natura e mette alla prova anche i più esperti.
Sono già diversi anni che sei in cima alle classifiche europee. Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Dopo l'infortunio dell'anno scorso il primo obiettivo è rientrare e tornare dov'ero la passata stagione, cioè tra le prima della coppa del mondo. Ma il vero obiettivo di carriera è un podio mondiale.