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''Ho assaporato ogni istante di questo viaggio, ho sentito i brividi lungo la schiena ogni volta che sono entrato al PalaTrento'', la nuova vita di Lechthaler dopo il ritiro

Il gigante di Mezzocorona si è ritirato dal parquet per diventare il nuovo responsabile organizzativo dell'Academy bianconera. Dalle esperienze in giro per l'Italia e con Siena alla scoperta dell'outdoor con La Sportiva, Lechthaler si racconta: "Ho sempre cercato di portare in ogni squadra e in ogni città il mio modo di essere e il mio modo di vivere lo sport"

Pubblicato il - 14 settembre 2021 - 20:04

TRENTOIl quotidiano Il Dolomiti è partner di Aquila Basket, un viaggio per raccontare persone, storie e volti del club bianconero.

 

La società è presente sulle pagine de Il Dolomiti con il magazine mensile Bskt (Qui il numero di settembre). Dopo l'avventura di Salvatore Trainotti e Lele Molin alle Olimpiadi di Tokyo con la nazionale italiana (Qui articolo), ecco la "nuova vita" di Luca Lechthaler: il gigante di Mezzocorona si è ritirato dal parquet per diventare il nuovo responsabile organizzativo della Dolomiti Energia Basketball Academy.

 

Una carriera unica, lunga, vincente. Ricca di successi, storie e persone, ricca di posti diversi, di compagni e di avversari, di amici e di sport. Luca Lechthaler, diciannove anni dopo essere partito per Siena con tanti sogni e nessuna certezza, questa estate ha annunciato il suo ritiro dal basket professionistico. Ha scelto un posto speciale per farlo, il quartier generale de La Sportiva in quel di Ziano di Fiemme: se non avete ancora visto la video intervista di quel momento indimenticabile, correte sul canale YouTube di Aquila Basket immediatamente.

 

“Essere lì a Ziano per me ha rappresentato qualcosa di unico, di speciale, perché La Sportiva in questi anni mi ha aperto le porte di un mondo di cui ero già molto appassionato, quello dell’outdoor, del climbing, della montagna. Abbiamo la fortuna di essere in un territorio di meraviglie naturali ammirate e invidiate da tutti nel mondo. Credo che essere lì abbia tirato fuori emozioni autentiche e fortissime, quell’ambiente mi ha dato ancora più emozione. E’ un rapporto nato un po’ per caso, un processo aiutato anche dal fatto che andare con le scarpe da basket in montagna non sembrava una grandissima idea…”.

 

La natura, la montagna, certo. Ma anche il basket. Tanto basket. Una passione che lo ha trascinato in giro per l’Italia, lasciando Mezzocorona ancora 14enne per andare prima a Bolzano, quindi a Siena. La città per eccellenza per la pallacanestro italiana dei primi anni 2000.

 

"Definirei unici questi anni, passati cercando di vivere al massimo ogni momento. Ogni allenamento, ogni giorno. Cercando di cogliere il bello di questo sport e da tutto quello che era il contesto in cui vivevo. Ho sempre cercato di portare in ogni squadra e in ogni città il mio modo di essere e il mio modo di vivere lo sport: ho avuto la fortuna di trovare sulla mia strada grandi maestri e grandi compagni che mi hanno trasmesso questi valori. Un nome su tutti? Direi Rimas Kaukenas: a Siena mi ha preso sotto la sua ala, siamo stati anche compagni di stanza nelle partite in trasferta. La cura maniacale dei dettagli nella sua vita da atleta professionista a 360 gradi mi ha insegnato tantissimo, in campo e fuori. Era un giocatore straordinario, e un compagno di squadra ancora migliore: per me è stato un mentore insostituibile”.

 

Sassari, Ferrara, Montegranaro, Venezia, Avellino. Mai destinazioni, sempre tappe con andata e ritorno su Siena. Poi il ritorno a Trento, prima nel 2013/14 contribuendo alla storica promozione in Serie A del club bianconero, poi con un “one-way ticket” nel 2015 per tornare definitivamente a casa. Con la moglie e le due adorate figlie, in quel di Fai della Paganella. Ai piedi delle montagne più amate.

 

“A Trento ho vissuto anni davvero speciali, mi considero fortunato ad aver avuto la chance di giocare con la maglia dell’Aquila rappresentando ai massimi livelli del basket italiano ed europeo il mio territorio, quello in cui sono nato. Non molti atleti hanno questa possibilità. Io ho assaporato ogni istante di questo viaggio, ho sentito i brividi lungo la schiena ogni volta che sono entrato al PalaTrento e il pubblico mi ha fatto sentire il suo sostegno con cori e incitamenti. Il rapporto con i tifosi è stato fin da subito intenso e autentico, credo si sia percepito il mio attaccamento a questi colori e la mia indole guerriera che mi ha sempre portato a non arrendermi di fronte a nulla”.

 

Ora per Lech si apre un nuovo capitolo, con un nuovo ruolo in Aquila Basket che lo vedrà responsabile organizzativo dell’Academy bianconera. “Non ho ancora realizzato del tutto di aver smesso con il basket professionistico, ma allo stesso tempo sono molto entusiasta e molto carico per questa nuova avventura: con Aquila abbiamo tutto per dare slancio alle attività dell’Academy, uno strumento che può aiutare le tante realtà di pallacanestro del territorio. Sono sicuro che sarà una bellissima esperienza”.

 

CONTENUTO TRATTO DAL NUMERO DI SETTEMBRE DI BSKT, IL MAGAZINE DI AQUILA BASKET (QUI LA RIVISTA COMPLETA)

 

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