Due svassi morti intrappolati nella rete lasciata alla deriva (FOTO), il Wwf: “Sfregio alla natura”
Un lavoro durato più di 2 ore per staccare centinaia di metri di pezzi di rete e catene di ferro all’interno del delicato canneto. I volontari del Wwf e dell’Associazione Airone Rosso: “Queste reti sono pericolo per la navigazione da diporto e per i bagnanti ma soprattutto per l’ecosistema del lago di Garda”

SIRMIONE. Quello delle reti alla deriva non è un fenomeno nuovo nel lago di Garda, ogni anno infatti si contano diversi interventi da parte del Wwf. La scorsa domenica per esempio è stata recuperata una rete da 250 metri finita alla deriva dentro un canneto in zona Sirmione dove erano rimasti intrappolati due svassi maggiori e una grossa carpa che purtroppo sono morti.
Nel recupero sono stati impegnati i volontari del Wwf e dell’Associazione Airone Rosso di Desenzano, con la collaborazione della polizia provinciale di Brescia e il supporto della polizia locale di Sirmione. “Un lavoro durato più di 2 ore per staccare centinaia di metri di pezzi di rete e catene di ferro all'interno del delicato canneto”, spiegano dal Wwf.

Armati di coltelli, forbici e gambali e aiutati dal verricello del mezzo della polizia provinciale i volontari hanno recuperato tutto il materiale che è stato portato e assicurato a terra per poi essere trasferito in discarica come rifiuto speciale. “Non è la prima volta che questo accade ma ci piacerebbe potere dire, a breve, che questi sfregi alla natura e all’ambiente non si ripeteranno più in futuro anche perché una soluzione a questo problema è possibile”.

Nel gergo si chiamano “Roste” sono le vecchie strutture (corridoi in rete e pali che indirizzavano le anguille nella trappola) utilizzate dai pescatori di professione fino a 12 anni fa per la pesca delle anguille e oramai, visto il divieto ancora in atto, non più utilizzate e visibilmente abbandonate.

“Sono tutte inutilizzabili perché distrutte – sottolineano dal Wwf – ma finiscono in mezzo ai canneti danneggiandoli, un pericolo per la navigazione da diporto e per i bagnanti ma soprattutto per l’ecosistema del lago, un inquinante costituito da nylon, piombo, ferro e polistirolo che intrappola uccelli acquatici e grossi pesci, un rifiuto da eliminare urgentemente dal lago e dai suoi preziosi canneti. Quello che per alcuni sembra un ‘monumento storico’, in realtà non è altro che uno schiaffo all’ambiente”.
