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Abbattimento di Mj5, la lettera: “Fugatti vuole esibire un trofeo nel disperato tentativo di recuperare qualche consenso”

Continua a far discutere la decisione di abbattere l’orso Mj5. Questa volta la presa di posizione arriva dall’amministratore del gruppo “Convivere con orsi e lupi si può?”: “La dinamica dell’incidente non è mai stata chiarita”

Di T.G. - 14 marzo 2023 - 15:56

TRENTO. “Convivere con orsi e lupi si può?” è questo il nome del gruppo Facebook da oltre 3.600 utenti amministrato da Alessandro Ghezzer che ha deciso di prendere posizione con una lettera sulla vicenda che vede coinvolto l’orso Mj5. “La decisione di abbatterlo è sbrigativa – spiega Ghezzer – e non è coerente col Pacobace”, cioè lo strumento che indica quali azioni è possibile intraprendere in merito alla gestione dei plantigradi.

 

D’altra parte era stato lo stesso presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, ad affermare che sino a questo momento Mj5 non aveva causato particolari problematicità. In 18 anni di vita infatti questa è la prima aggressione che lo vede protagonista. Inoltre come spiegato dalla forestale, l’uomo e l’orso si sarebbero incontrati in una curva cieca e nessuno dei due era riuscito a percepire l’altro, nemmeno il cane che si trovava con l’escursionista.

 

La dinamica dell’incidente non è mai stata chiarita, la relazione della Forestale che ha fatto i sopralluoghi sul posto per stabilire i fatti non è nota – prosegue Ghezzer – e non si sa nemmeno se il cane era legato al guinzaglio e che fine abbia fatto”. In molti vedono nella scelta di Fugatti l’intenzione di strumentalizzare la vicenda: “Ora che si avvicinano le elezioni – conclude Ghezzer – il governo a trazione leghista ha evidentemente bisogno di esibire un trofeo nel disperato tentativo di recuperare qualche consenso”.

 

Di seguito la lettera integrale di Alessandro Ghezzer, amministratore del gruppo Facebook “Convivere con orsi e lupi si può?”

 

Ammazzare un orso che non è mai stato né problematico né confidente in 18 anni della sua lunga esistenza, e che se ne stava per i fatti suoi a 2000 metri, sicuramente disturbato dal solito escursionista col cane, è semplicemente demenziale. Ma ormai in Trentino siamo abituati alle assurdità di uccidere le orse che difendono i cuccioli, o di rinchiudere a vita gli orsi perché danno fastidio ad allevatori e hobbisti che non custodiscono adeguatamente il bestiame.

 

La decisione sbrigativa di abbattere l’orso MJ5 dell’incidente di Rabbi non è coerente col “Pacobace”, il protocollo di gestione dell’orso. Firmato dalla Provincia di Trento e dalle altre regioni alpine, questo protocollo prevede l’abbattimento come ultima possibilità, dopo aver adottato in precedenza provvedimenti come: 1) intensificazione del monitoraggio; 2) cattura con rilascio allo scopo di spostamento e/o radio-marcaggio; 3) cattura per captivazione permanente. Prima di arrivare alla decisione estrema dell’uccisione, prescrive inoltre un’attenta analisi, caso per caso, della storia dell’orso, allo scopo di appurare se in precedenza l’animale abbia manifestato confidenza o atteggiamenti problematici.

 

Il governatore del Trentino, Maurizio Fugatti, ha deciso comunque l’abbattimento, nonostante un eventuale parere contrario di Ispra, anche se ha ammesso che MJ5 non ha mai rappresentato alcun problema. In base a quale criterio allora? La dinamica dell’incidente non è mai stata chiarita, la relazione della Forestale che ha fatto i sopralluoghi sul posto per stabilire i fatti non è nota, o è tenuta ben nascosta. Da quel poco che è trapelato sui giornali, si tratterebbe di un incontro del tutto fortuito nei pressi di una curva cieca di una strada forestale. Versione che peraltro contrasta nettamente col racconto di Cicolini riferito dal fratello, Sindaco di Rabbi, che invoca l’uccisione dell’orso e che riferisce di un attacco partito da 20-30 metri di distanza.

 

Non risulta nessuna analisi sulla reale pericolosità di MJ5. Non si sa neppure se il cane era legato al guinzaglio, e che fine abbia fatto: scappato, ferito, morto, ritornato? Mistero. L’aggredito, dimesso dall’ospedale dopo una breve degenza, non ha aperto bocca sull’accaduto. Ma Fugatti ha deciso di abbattere l’orso, punto e basta.

 

L’opinione pubblica tuttavia ha il diritto di conoscere le motivazioni: se ci sono ragioni serie e fondate per l’abbattimento, o se è la solita campagna elettorale di un politico che cerca la rielezione speculando sulla pelle degli orsi incolpevoli. Ma ci si può aspettare qualcosa di serio da un governatore che, quand’era consigliere provinciale, promuoveva le “grigliate d’orso” alle feste di partito? (poi bloccate dai carabinieri del NAS per varie irregolarità). E che in Consiglio si faceva beffe degli esperti negando il ritorno naturale del lupo, facendo intendere che qualcuno lo aveva reintrodotto di nascosto? Quest’ultima leggendaria esibizione d’ignoranza è rimasta a imperitura memoria su Youtube: basta cercare “Fugatti e la storiella del lupo” per capire quale sia il livello culturale del personaggio.

 

La gestione tutta politica degli orsi, anziché scientifica come era all’inizio del ripopolamento di oltre 20 anni fa, è un’altra degenerazione da repubblichetta autonoma sovietica, che getta ulteriore discredito sul Trentino. Soprattutto per la pretesa grottesca di gestire “in proprio” i predatori, ovvero animali che si spostano di decine di chilometri e sono in grado di attraversare la nostra provincia in pochi giorni.

 

Certamente alla fine della fiera tocca al politico decidere, ma lo dovrebbe fare coi presupposti scientifici degli esperti, non per tornaconto elettorale e per lisciare il pelo ai suoi elettori. “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale” dice la legge, e gli orsi sono pure una specie protetta, non sono una proprietà privata di Fugatti.

 

Ora che si avvicinano le elezioni e la poltrona traballa, il governo a trazione leghista ha evidentemente bisogno di esibire un trofeo nel disperato tentativo di recuperare qualche consenso. Ma i danni d’immagine al Trentino, diventato ahimé una “provincia ammazza-orsi”, sono ormai incalcolabili.

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